Taiz/Roma. Alcuni convogli di Medici Senza Frontiere (MSF) che portavano forniture mediche essenziali per la popolazione assediata di Taiz, nel sud dello Yemen, sono stati fermati domenica ai posti di blocco degli Houthi e non hanno potuto accedere all’area. MSF chiede a tutte le parti in conflitto di consentire la fornitura di aiuti medico-umanitari, di facilitare l'accesso alle strutture mediche per tutti i malati e i feriti, e di proteggere le infrastrutture sanitarie e il personale medico, nel rispetto del diritto umanitario internazionale e delle tradizioni yemenite.
MSF lavora in Yemen da marzo 2015 e ha curato più di 15.500 feriti di guerra negli ospedali che supporta in otto governatorati, tra cui Sana'a, Saada, Aden, Taiz, Amran, Al-Dhale', Ibb e Hajja. Oggi a Taiz, nonostante settimane di intense trattative con i funzionari Houthi di Ansarallah, MSF non può consegnare le forniture a due ospedali nell’enclave assediata della città. Qui la popolazione fatica a trovare cibo e acqua e i pochi ospedali ancora funzionanti sono sopraffatti dal numero dei feriti causati dalla violenza.
“Gli ospedali nell’enclave assediata di Taiz stanno ricevendo moltissimi pazienti con ferite di guerra, eppure ci è stato impedito di consegnare materiali indispensabili per effettuare interventi chirurgici salvavita”, ha detto Karline Kleijer, coordinatrice dell’emergenza in Yemen per MSF, appena rientrata dal paese. “È molto frustrante, dopo settimane di trattative, non aver fatto alcun progresso per convincere i funzionari della necessità di fornire assistenza medica imparziale alle vittime del conflitto, nonostante il supporto costante che stiamo fornendo alle strutture sanitarie nelle aree controllate dagli Houthi”.
L'embargo sulle armi in Yemen si è trasformato in un blocco generalizzato messo in atto dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita e dalle Nazioni Unite e ha portato in tutto il paese drastiche carenze di cibo e carburante, disponibili solo a prezzi esorbitanti. In quest’area densamente popolata, i civili vivono nella paura costante dei cecchini, dei proiettili vaganti e dei colpi di mortaio, utilizzati indiscriminatamente da entrambi i gruppi in guerra, mentre gli attacchi aerei sulla città Taiz si susseguono quotidianamente. Le persone faticano a raggiungere gli ospedali e spesso le cure mediche sono fornite da infermieri o medici amici nelle loro case.
“Gran parte della popolazione di Taiz è sfollata all'interno della città, lotta ogni giorno per la sopravvivenza e fatica a procurarsi cibo e acqua, per l'insicurezza diffusa e il costo esorbitante dei beni di prima necessità” spiega Karline Kleijer. “La situazione è drammatica e non potrà che peggiorare se non verranno fatti sforzi per risparmiare i civili dalla violenza e consentire loro di accedere ai servizi di base e alle strutture sanitarie.”
Un tempo Taiz aveva 20 ospedali per una popolazione di oltre 600.000 persone. A causa del conflitto, solo sei di questi continuano a funzionare, spesso solo parzialmente. Mancano personale sanitario, carburante e farmaci essenziali, e le strutture sono sopraffatte dall'alto numero di feriti che ogni giorno cercano assistenza al pronto soccorso.
In qualità di organizzazione medico umanitaria imparziale e neutrale, MSF supporta tutti gli ospedali che necessitano di generi di prima necessità a Taiz, siano essi nelle zone controllate dalle forze affiliate ad Ansarallah/Houthi o dalla resistenza locale. Nella sola Taiz, dove MSF lavora ininterrottamente da maggio, 3.644 pazienti feriti di guerra sono stati trattati in ospedali supportati da MSF.