Nel corso degli anni mi è successo spesso, in Africa, di trovarmi davanti a catastrofi sanitarie assolutamente prevenibili, soprattutto nel quadro di situazioni di conflitto. (Scopri di più su: https://www.amref.it/2015_10_22_Vaccini_Vorrei_ma_non_posso)

Lo scorso anno a Bor, in Sud Sudan, sono arrivato in un “campo protetto” delle Nazioni Unite dove nell’arco dei precedenti cinque giorni erano stati sepolti circa 70 bambini sotto ai cinque anni: erano morti di morbillo. Da due mesi nel paese era scoppiato il conflitto civile, che perdura ancora oggi, e migliaia di persone in fuga dalle forze armate contrapposte avevano trovato rifugio nei campi delle Nazioni Unite disseminati per il paese, ma per via dell’urgente necessità di dare ospitalità, protezione, riparo, acqua e cibo a numeri imprevisti di famiglie in fuga, lo staff resonsabile non era ancora arrivato al compito essenziale delle vaccinazioni.

Nel corso della cronica crisi nord Ugandese, dovuta alla minaccia dell’Esercito di Liberazione del Signore del bandito Joseph Kony, più di un milione di persone ha vissuto per più di un decennio in altri “campi protetti”, dove era possibile offrire servizi sanitari limitati per via della carenza di personale qualificato. Anche lì mi è capitato di vedere periodicamente i pochi ospedali attrezzati essere letteralmente sopraffatti dall’afflusso - a centinaia - di piccoli pazienti malati di morbillo, molti dei quali non sopravvivevano.

Quando sui media leggiamo di malattie in Africa, normalmente saltano fuori gli spauracchi di Ebola, dell’Hiv-aids, del colera, della tubercolosi, eppure il morbillo resta una delle principali cause di mortalità dei bambini nel mondo (secondo l’OMS nel 2013 le sue vittime globalmente sono state 145.700, quasi 400 al giorno, 16 decessi ogni ora) anche se esiste un vaccino sicuro e a basso costo. Nel 1980, prima dell’avvio delle grandi campagne di vaccinazione e il loro consolidamento nei programmi di salute pubblica nazionali, il morbillo uccideva annualmente 2.6 milioni di persone! Grazie ai vaccini contro il morbillo, si stima che tra il 2000 e il 2013 siano state salvate 15.6 milioni di vite.

In Italia, dove alcune malattie dovrebbero essere state del tutto debellate, ci sono tutt’ora circa 1.000 casi di morbillo l’anno, Questo perché i tassi di copertura delle vaccinazioni sono in calo: il 95% per quelle obbligatorie contro poliomielite, tetano, difterite ed epatite B; e addirittura solo l’86% per le vaccinazioni consigliate o raccomandate contro morbillo, parotite e rosolia.

Eppure in Italia vige una situazione di stabilità e sicurezza, c’é totale accesso a strutture sanitarie e personale ben formato, e tutelare la salute dei bambini e della società nel suo complesso è alla portata di tutti. Tanto per cambiare, da noi c’é chi si permette di dire “posso ma proprio non voglio”, anche a scapito dei vicini di casa, mentre in Africa in tanti, in troppi, ancora sono costretti a dire “io vorrei, davvero; ma proprio non posso”.

Tommy Simmons

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