Terra di Tutti Art Festival. Oltre 6.000 visitatori in 5 giorni. Si conclude con successo la nona edizione del festival che parla di migrazione e sviluppo attraverso il cinema e le arti visive. Assegnati due premi e quattro menzioni speciali.
La nona edizione di Terra di Tutti Art Festival si è appena conclusa registrando una affluenza di circa 6.000 persone che hanno attraversato i luoghi del festival - dalla Cineteca di Bologna al TPO, coinvolgendo tanti altri punti strategici della città - nell'arco delle 5 giornate di programmazione. Le sale cinematografiche hanno accolto un pubblico ampio e trasversale - per età e provenienza geografica - registrando il sold out, in particolare durante le proiezioni serali, così come gli spazi che hanno ospitato gli spettacoli teatrali, sempre al massimo della capienza, anche durante le repliche. Il cortile della Cineteca, in questa edizione speciale caratterizzata dalla multidisciplinarietà, è stato animato da performance, installazioni, mostre e attività della sezione Art. Protagonisti i 12 progetti selezionati attraverso il bando lanciato dalla ong GVC all’interno del progetto europeo AMITIE CODE, cofinanziato dall’Unione Europea e promosso dal Comune di Bologna, in occasione dell'Anno Europero dello Sviluppo.
“E' stata un'edizione esaltante e molto positiva del Terra di Tutti” - affermano i direttori artistici Jonathan Ferramola e Stefania Piccinelli - “ci ha visti lanciare la scommessa dell'Art Festival che poteva confondere le idee ai nostri spettatori ed invece è risultata vincente, visto il grande successo di pubblico, partecipazione e reti attivate. Sono stati 5 giorni ad alta intensità emotiva dove Bologna si è interrogata attraverso il cinema, il teatro, i workshop e l'arte su quale società multiculturale vuole costruire e quale futuro si può immagine per il nostro pianeta, la Terra di Tutti".
Sul palco Arezki Mohamed Hamidi, Presidente della giuria internazionale (composta da Pap Malick Kaire, Daniel Silas Adamson e Arezki Mohamed Hamidi), che ha consegnato il “Premio Migliore Produzione Straniera” al fim Boza di Walid Fellah e ha dichiarato: "Abbiamo premiato la capacità di narrazione di questo lavoro. Noi vediamo solo la punta dell'iceberg delle migrazioni, ma c'è tutto un racconto che precede l'arrivo in Europa e che Boza è riuscito a rendere benissimo.".
Presente anche Nelson Bova, Presidente giuria italiana (composta da composta da Paola Piacenza, Nelson Bova e Lara Rongoni) che ha consegnato il “Premio Miglior produzione italiana” al film Luoghi Comuni di Angelo Loy con la seguente motivazione: “Abbiamo deciso di attribuire il premio Terra di Tutti 2015 - miglior documentario italiano a Luoghi comuni di Angelo Loy perché ci ha permesso di entrare, insieme alla sua straordinaria protagonista, in una realtà poco esplorata eppure così vicina a noi. E perché attraverso una struttura narrativa convincente l'autore costruisce un percorso rivelatorio dall'Egitto all'Italia e ritorno. Uno sguardo mai scontato sulla realtà della migrazione e sull'impatto che lo sradicamento provoca nelle generazioni”. La stessa giuria ha attribuito la menzione speciale a Unlearning della famiglia Basadonne sottolineando che: “nonostante il presupposto del film sia raccontare una storia in soggettiva, gli autori - mettendosi in gioco - riescono a mantenersi equidistanti dalla realtà raccontata. Con ironia e un montaggio coinvolgente il film trascina lo spettatore con curiosità”.
Tra le menzioni speciali segnaliamo il “Premio speciale Benedetto Senni”, dedicato all’agronomo romano morto in Africa e storico collaboratore di COSPE, andato a Coming of age di Teboho Edkins. “L’immersione in paesaggi meno noti della realtà africana. Vita di montagna, vite di ragazzi, linee sottili che si intersecano e una grande capacità narrativa hanno conquistato le lodi della nostra giuria”.
Il “Premio speciale Fairtrade” destinato ai corti e mediometraggi che parlano di commercio equo e solidale, agricoltura biologica e sostenibilità va a Comer del monte - Vivere della foresta del Chaco di Andrea Ruffini con la seguente motivazione: “il documentario esprime il sentimento di gratitudine, di attaccamento alla terra delle popolazioni del Paraguay che difendono il loro diritto alla sovranità. Fairtrade accompagna il loro cammino ed è accanto ai popoli della terra lì dove i loro diritti vengono calpestati e sostiene la loro battaglia".
E infine il “Premio Lo Porto” istituito in ricordo di Giovanni, cooperante e collaboratore di GVC, rapito in Pakistan nel 2012 e morto il 15 gennaio 2015 sotto il fuoco di un drone americano è stato assegnato a Surronded by ISIS di Xavier Muntz: “Il premio vuole ricordare la vita di Giovanni come quella di tutti gli uomini e le donne che non arretrano. Da un quartiere periferico e difficile di Palermo, non solo non ha ceduto alla logiche della micro criminalità in un territorio governato dalla mafia, ma ha portato nel mondo i valori della solidarietà e del rispetto dei diritti, propri della cooperazione internazionale. Con queste motivazioni il premio GVC Giovanni Lo Porto è attribuito al film Surronded by ISIS di Xavier Muntz, che racconta la tenace battaglia che la popolazione curda in Iraq sta facendo, popolazione che non arretra difronte all'occupazione dell'ISIS, superando divisioni religiose e culturali dei diversi gruppi che vivono in quei territori, in nome della libertà e dei diritti”.