Sono 168 milioni i bambini vittime del lavoro minorile, in Italia il numero è di 260 000. Si tratta di bambini sotto i 16 anni d’età prevalentemente coinvolti nelle attività economiche delle proprie famiglie. (Leggi di più su: http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=10246:la-forza-civile-del-lavoro&Itemid=773#ixzz3o3FSJeK1)

Scritto da David Recchia

Queste le cifre impressionanti citate durante la trasmissione Assieme, condotta Marzia Roncacci, andata in onda il 6 ottobre scorso sulla seconda rete Rai, dedicata al lavoro minorile, a cui ha partecipato anche Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale delle Acli, oltre a Anna Tesselli (fondazione Di Vittorio), Raffaella Milano (Save the children) e Andrea Iacomini (Unicef).

La dispersione scolastica è stata più volte citata quale causa principale del fenomeno. A questa causa Tassinari ha aggiunto anche la povertà delle famiglie che spesso costringe i giovani ad abbandonare anticipatamente il percorso di studi obbligatorio per dare un aiuto economico alla propria famiglia.

Secondo Tassinari, le soluzioni al problema del lavoro minorile non sono semplici, occorre agire sulle persone, sulle famiglie e sui contesti, aumentando e migliorando l’offerta formativa e le politiche per l’infanzia, varando strumenti attivi di lotta alla povertà e contrastando tutti coloro che a vario titolo sfruttano i minori costringendoli a lavorare, ovviamente in nero. Occorre donare la dignità al lavoro, evitando che venga percepito dalle giovani generazioni soltanto nella sua dimensione strumentale. A tal fine, propone Tassinari, potrebbe essere utile istituire una giornata di riflessione nelle scuole alla vigilia del 1° maggio, per sostenere che il lavoro è ancora una grande forza civile.
Fonte: www.acli.it

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