#liberidimuoversi: lo slogan dell'UISP diventa un hashtag per ricordare i migranti che muoiono e chiedere politivhe di accoglienza e integrazione in Europa.

#Liberidimuoversi: lo slogan Uisp 2015-2016 diventa un grido di umanità e di diritti che parte da noi, dal mondo dello sport sociale e per tutti. Un hashtag da condividere nei social network con iniziative e riflessioni dedicate ai diritti dei migranti. E il primo diritto è quello alla vita. Accompagniamo questo slogan al colore viola: lo stesso scelto da Steven Spielberg per il film denuncia “Il colore viola”, tratto dal libro di Alice Walker, pubblicato in Italia nel 1984.

L’Europa sta sperimentando in queste ore ciò che si prova a vivere col marchio della vergogna impresso sulla pelle: la strage dei migranti pesa sulle coscienze e sulle politiche di tutti, stati membri e cittadini. Nessuno escluso: la foto del bambino senza nome e senza vita sulla spiaggia di Bodrum in Turchia sta facendo il giro del mondo. Maglietta rossa, pantaloncini azzurri e l’orecchio adagiato sulla sabbia come ad ascoltare il rumore del mare, della terra, della vita. Fino all’ultimo momento. Bisognava arrivare a tanto? L’Uisp chiede che l’Europa e gli stati membri si assumano le proprie responsabilità, con chiarezza e senza giri di parole: c’è l’urgenza di un piano di accoglienza e di corridoi umanitari, come chiede la Marcia delle donne e degli uomini a piedi scalzi alla quale l’Uisp ha aderito, in programma l’11 settembre a Venezia. Ma c’è anche la necessità di una nuova cultura del vivere civile e del vivere insieme, che riguarda noi tutti e la nostra vita quotidiana.

Che cosa possiamo fare noi, che ci occupiamo di sport in senso sociale? L’Uisp fa molto, pratica da sempre integrazione attraverso tante iniziative sul territorio e attraverso i Mondiali Antirazzisti. Lo sport sociale e per tutti è in prima linea, quella è la strada giusta e l'esempio che viene trasmesso è molto importante. Si tratta di moltiplicare gli sforzi. Perché “Liberi di muoversi”? Perché il movimento libero è all’origine dello sport sociale e per tutti, perché è la base di tutte le attività e le proposte Uisp. Ma anche perché racconta l’impegno sociale dell’Uisp: il diritto di sentirsi cittadini attraverso la possibilità di muoversi liberamente, da un paese all’altro, con dignità e rispetto.

“Uisp significa un’altra idea di sport e di società”, dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp nel suo editoriale di apertura del nuovo Vademecum Uisp, che apre la stagione sportiva.

“L’Uisp offre una visione, la possibilità di praticare sport e di credere in qualcosa – prosegue il presidente Uisp - E di cambiare la società e il sistema sportivo. Da dove incominciare per cambiare? Dall’integrazione. L’emergenza migrazione crea allarme sociale e ancor di più ne creano le spinte xenofobe dei partiti di destra, in Italia e in Europa. Prima proposta: favorire una grande campagna sociale di integrazione attraverso lo sport, nelle scuole e nei territori, contro le discriminazioni e l’odio. Per saperne di più basta andare nei campi di periferie delle nostre città, nei tornei cosiddetti minori, nelle palestre e nelle piscine pubbliche gestite dall’associazionismo sportivo. Si modificano orari e regolamenti, si favorisce la pratica di donne di diverse religioni secondo i loro usi e costumi, negli impianti sportivi ci si incontra e si crea coesione”.

“Dalle mille manifestazioni sportive per l’integrazione e contro il razzismo che l’Uisp organizza in tutta Italia parte un messaggio alla società e alla politica. Un messaggio di distensione e di accoglienza, che riguarda tutti, non soltanto i migranti o i poveri: attraverso lo sport vogliamo costruire e non distruggere, c'è bisogno di cazzuole e non di ruspe”.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni