Per il nuovo ciclo di programmazione, la Commissione europea ha approvato, e presentato nella sua versione definitiva l’8 luglio 2015, il programma nazionale dell’Italia per il sostegno nell’ambito del Fondo asilo, migrazione e integrazione per il periodo dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2020.

Con la nuova programmazione, la Commissione ha semplificato l’organizzazione dei finanziamenti destinati al sostegno delle politiche in materia di immigrazione degli Stati membri, passando dai quattro Fondi istituiti nell’ambito del Programma SOLID 2007-2013, ai soli due strumenti finanziari previsti per il periodo 2014-2020: il Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami) e il Fondo sicurezza interna (Fsi).

Il Programma nazionale individua i fabbisogni di medio termine più avvertiti nel settore dell’asilo, dell’integrazione e dei rimpatri, declinando per ciascuna area gli obiettivi di carattere prioritario e i risultati funzionali al loro conseguimento. La programmazione consentirà, al contempo, di adattarsi alle nuove sfide rilevate nel corso dell’attuazione.

L’obiettivo del Fami è quello di “contribuire alla gestione efficace dei flussi migratori e all’attuazione, al rafforzamento e allo sviluppo della politica comune di asilo, protezione sussidiaria e protezione temporanea e della politica comune dell’immigrazione, nel pieno rispetto dei diritti e dei principi riconosciuti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Esaminandone gli aspetti principali, emergono:
  • la necessità di assicurare la rispondenza tra politiche nazionali e comunitarie avviando con ciascuno Stato membro un processo di consultazione, denominato Dialogo Politico, volto a raggiungere una comune intesa sugli strategie da attivare nel nuovo ciclo di programmazione dei fondi;
  • l’esigenza di sviluppare azioni finalizzate al miglioramento della qualità e della velocità delle procedure, attraverso interventi di potenziamento degli organi competenti anche al fine di far fronte al numero crescente di richieste di asilo;
  • l’urgenza di promuovere processi di autonomia in uscita dalle strutture ricettive, saldandosi con gli interventi di integrazione da attivare sia a favore dei titolari di protezione internazionale che del complesso della popolazione straniera regolarmente soggiornante;
  • l’attivazione di misure di Rimpatrio come strumenti a disposizione di coloro che intendano ridefinire il proprio percorso migratorio, optando per il Rimpatrio Volontario Assistito o, nel caso del Rimpatrio Forzato nei confronti di coloro che non possiedono i presupposti alla permanenza sul territorio nazionale.
Attraverso la riduzione del numero dei Fondi e dei relativi regolamenti si è contribuito allo snellimento delle procedure, nonché ad una maggiore comprensione delle regole di base da parte di tutti gli stakeholder.

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