Ieri mattina la My Phoenix, nave dell’operazione congiunta MSF e MOAS, ha assistito la nave della guardia costiera svedese, Poseidon, che aveva appena salvato un numero stimato di 450 persone da un’imbarcazione di legno.
Lo staff di MOAS ha distribuito i giubbotti di salvataggio e l’equipe medica di MSF ha assistito le persone a bordo dato che c’erano molti casi critici.
Un medico e un’infermiera di MSF sono andati nella stiva della barca, dove hanno letteralmente sollevato le teste fuori dall’acqua in cui galleggiavano i corpi per verificare se fossero vivi.
Un paziente in condizioni critiche per aver probabilmente inalato del gasolio nella stiva è stato curato nella clinica a bordo della MY Phoenix e poi evacuato con l’elicottero per ricevere ulteriori cure a terra.
Proprio in quel momento è apparsa una seconda barca di legno con 565 persone e il team di MOAS ha avviato subito le operazioni di salvataggio. Più di 415 persone sono state portate a bordo della My Phoenix, che è arrivata alla sua capacità massima, mentre le altre 150 sono state prese a bordo della Poseidon.
Mentre questo salvataggio era in corso, è arrivato un gommone con circa 100 persone a bordo. Lo staff del MOAS ha trasferito tutti sulla nave italiana nelle vicinanze.
“Ieri 52 persone sono morte perchè non esistono rotte legali e sicure. Quando l'Europa cambierà le sue politiche mortali? Questi morti mostrano che le operazioni di ricerca e soccorso sono solo un palliativo, una soluzione temporanea rispetto alla politica fallimentare dell’Europa. Il solo modo per porre realmente fine a queste tragedie è creare vie sicure e legali per consentire a queste persone, costrette a fuggire da guerre e povertà, di trovare sicurezza senza rischiare la vita” dichiara Loris De Filippi, presidente di MSF Italia