“La violenza perpetrata dalle autorità macedoni contro queste persone indifese e vulnerabili è vergognosa e deve finire immediatamente” ha detto Elisa Galli, capo progetto di MSF in Grecia. “Le scioccanti scene di oggi sono il risultato di misure estreme con cui si vuole impedire a persone disperate, in fuga dalla violenza e dalla guerra, di attraversare le frontiere. Ma la chiusura delle frontiere e la violenza non sono una soluzione, servono solo a creare una crisi umanitaria sull’altro lato del confine.”
Stando al regolamento di Dublino, i rifugiati devono richiedere asilo nel primo paese europeo in cui entrano. Ma poiché le autorità greche non riescono a garantire condizioni di accoglienza decenti, molti rifugiati non vedono altra scelta che continuare il loro viaggio verso nord attraverso i Balcani.
“Come si può immaginare che centinaia di migliaia di persone vogliano stare in un posto che non è in grado di assicurare un’accoglienza decente nemmeno per pochi giorni?” continua Elisa Galli. “Oggi siamo testimoni delle assurdità del sistema di asilo europeo, che ha gravissime conseguenze sulla salute e la sicurezza di questi rifugiati.”
Dopo le violente tensioni scoppiate oggi al confine greco-macedone, le équipe di MSF hanno assistito 10 persone ferite dalle schegge delle granate assordanti utilizzate per disperdere la folla. Sei di loro presentavano ferite minori e sono state trattate sul posto mentre 4 hanno richiesto il trasferimento in ospedale. Uno di loro era stato anche picchiato da membri dell'esercito macedone.
Nella sola giornata di ieri, MSF ha trattato più di 100 persone, il picco più acuto da quando abbiamo avviato le attività a Idomeni in aprile. Tre pazienti sono stati trasferiti in ospedale: una donna incinta con dolori e un’emorragia, un bambino siriano di un anno che pochi mesi fa aveva subito un intervento chirurgico e necessitava di cure ospedaliere e un rifugiato di 24 anni che ha raccontato di essere stato picchiato dalla polizia macedone. Quattro persone erano svenute per la stanchezza, il caldo e la fame.
MSF sta anche distribuendo beni di prima necessità.
Le nostre équipe non hanno mai visto prima così tante persone alla frontiera. In questo momento ce ne sono più di 3.000. Di fronte al blocco di ieri, tra rifugiati e migranti si è diffuso un forte sentimento di frustrazione e rabbia.
Dal mese di aprile le équipe mobili di MSF forniscono consultazioni mediche, supporto psicologico e beni di primo soccorso – come coperte, barrette energetiche e sapone – nell’area di Idomeni, al confine tra la Grecia e la ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM).