In una conferenza stampa internazionale, ieri ad Amman, Medici Senza Frontiere
(MSF) ha espresso crescente preoccupazione per i propri pazienti e le
loro famiglie, bloccati nel conflitto in Yemen, e per tutti coloro che
non possono raggiungere un medico, un infermiere o una struttura
sanitaria funzionante nel momento in cui ne hanno più bisogno.
Gli ultimi mesi hanno visto un grave deterioramento delle condizioni
dei civili in Yemen. L’avvio di una campagna internazionale di
bombardamenti nel marzo 2015 è l’ultima fase di una transizione politica
fallimentare iniziata quando l’ex presidente Saleh ha lasciato il
potere più di tre anni fa.
Da allora gli yemeniti subiscono una violenza continua e quotidiana,
temono per le proprie vite e per quelle dei propri cari, faticano a
trovare cibo e acqua sufficienti per sopravvivere. Tutto questo comporta
anche una grave limitazione della capacità delle persone, dalle donne
incinte ai combattenti feriti, di accedere alle cure mediche. Alcune
strutture e operatori sanitari sono stati colpiti dagli attacchi. La
maggior parte dei centri sanitari ha chiuso perché non avevano forniture
sufficienti o perché il personale medico è fuggito. Quelli ancora
operativi hanno una capacità ridotta. Mancando carburante e mezzi di
trasporto, le poche strutture sanitarie ancora funzionanti sono
difficili da raggiungere per chi ha bisogno di cure mediche.
La mancanza di forniture mediche e la scarsa disponibilità di
carburante e cibo sono effetti collaterali tangibili dell’embargo sulle
armi imposto dalla coalizione all’inizio del conflitto. Ad
aprile il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rafforzato la
legittimitàdi questo embargo, che nella pratica è ricaduto sui civili.
Anche se l’obiettivo dell’embargo era un altro, la riduzione delle
importazioni che raggiungono porti e aeroporti nel paese ha avuto gravi
ripercussioni sulla popolazione, già indebolita da decenni di povertàe
malnutrizione.
Medici Senza Frontiere chiede a tutti coloro che si trovano
nella posizione di facilitare l’arrivo di beni umanitari, carburante,
benzina e forniture mediche, di farlo con urgenza.
Purtroppo le restrizioni esterne imposte sugli yemeniti non sono gli
unici ostacoli che deve affrontare chi ha bisogno di cure mediche
urgenti. In un paese sempre più diviso e devastato dai combattimenti, le
persone si trovano sempre di più di fronte a un bivio: aspettare per
recarsi alle strutture mediche così da evitare zone pericolose, oppure
cercare di attraversare posti di blocco che spesso non autorizzano
nemmeno il passaggio delle emergenze mediche.
L’assistenza umanitaria deve essere garantita e le parti in
guerra devono facilitarla, come indicato dal diritto internazionale
umanitario. In Yemen, la possibilitàdi fornire assistenza
medica indipendente e neutrale è ostacolata da processi complessi, dal
tentativo delle parti in conflitto di controllare le risorse umanitarie
disponibili, dal blocco e dalla confisca degli aiuti umanitari.
Nel frattempo, la risposta internazionale a questa crisi è decisamente inadeguata e limitata negli obiettivi e nell’impatto.
Lo Yemen sta affrontando una fase del conflitto estremamente complessa,
che richiede operatori umanitari esperti di conflitti e una leadership
di qualità in grado di negoziare per portare assistenza a tutte le
comunità vulnerabili. Nonostante i rischi, alcune organizzazioni hanno
dimostrato che lavorare all’interno del paese su ampia scala con staff
internazionale esperto è possibile.
Un problema costante è il disinteresse dei donatori internazionali per gli appelli lanciati dalle organizzazioni umanitarie. Oggi
la maggior parte delle organizzazioni nel paese è costretta a
utilizzare i finanziamenti di una delle uniche fonti disponibili –una
fondazione caritatevole saudita. Ma questi finanziamenti potrebbero
essere visti con sospetto dai gruppi armati contrapposti e qualunque
organizzazione fosse assimilata a una delle parti del conflitto vedrebbe
compromessa la propria possibilità di operare.
Per MSF il sistema di aiuti internazionali deve impegnarsi subito e con maggiore forza per lo Yemen.
La mobilitazione di organizzazioni umanitarie esperte in conflitti e
crisi, meccanismi di finanziamento più rapidi e l’impiego permanente di
staff esperto nel paese sono elementi chiave per recuperare la parvenza
di una effettiva risposta all’emergenza.
Ma puntare tutto sull’assistenza umanitaria è come usare un cerotto per fermare un’emorragia. Nessuno
sforzo umanitario avrà successo se le parti del conflitto non faranno
la propria parte nel facilitarlo, indipendentemente dai propri obiettivi
politici e militari.
Le parti del conflitto devono ridurre al minimo la sofferenza
imposta sui civili evitando di attaccare quartieri densamente abitati e
infrastrutture civili come ospedali e impianti per il trattamento
dell’acqua. Devono consentire che i rifornimenti necessari
raggiungano le persone che ne hanno bisogno. Devono impegnarsi in
qualunque azione possa diminuire i livelli di violenza. Devono favorire
tregue o cessate il fuoco per aiutare le comunitàlocali, che vivono nel
terrore costante, ad avere accesso a beni di prima necessitàe cure
mediche.
Gli yemeniti chiedono un maggiore impegno umanitario e un
maggiore rispetto. MSF auspica che il loro appello sia ascoltato da chi
puòaiutarli nella loro lotta quotidiana per la sopravvivenza.