Il 21 luglio settanta sindaci provenienti da tutto il mondo hanno incontrato in Vaticano Papa Francesco nel corso di un simposio promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali per discutere dei cambiamenti climatici e delle schiavitù moderne, sulla scia dell’enciclica Laudato si’. (Scopri di più su:
http://www.labsus.org/2015/07/il-papa-i-sindaci-e-il-futuro-del-pianeta/)
Maria Cristina Marchetti“Ricordiamo il principio di sussidiarietà che conferisce libertà per lo sviluppo delle capacità presenti a tutti i livelli, ma al tempo stesso esige più responsabilità verso il bene comune da parte di chi detiene più potere”.
L’interesse del Pontefice per i sindaci delle grandi città del pianeta – erano presenti tra gli altri il sindaco di New York, quello di Parigi, Bogotà, Madrid, Roma – recupera uno dei temi portanti del suo pontificato: portare le periferie del mondo al centro del sistema. Le città divengono così la metafora del mondo contemporaneo, capace di produrre sviluppo e ricchezza, ma anche esclusione sociale e indifferenza.
Come ha detto il Pontefice nel suo intervento all’incontro “una delle cose che più si nota quando l’ambiente, la creazione non è curata, è la crescita a dismisura delle città”. Gli stessi fenomeni migratori non sfuggono a questa dinamica: la gente viene nelle grandi città, “semplicemente perché il mondo rurale non dà loro opportunità”.
Laudato si’: l’alternativa è possibile
L’incontro ha fornito lo spunto per avviare una riflessione sull’enciclica Laudato si’ dedicata da Papa Francesco al recupero del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, in quanto, come scrive il Pontefice, “l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”. Il degrado ambientale amplia a dismisura il divario tra i paesi ricchi e quelli poveri, reiterando la divisione tra un nord ricco, ma povero di risorse e un sud povero, ma ricco di risorse.
“There is no alternative” (la celebre sindrome TINA), sembra essere lo slogan che ha alimentato le scelte politiche negli ultimi decenni. Al contrario secondo il Papa c’è sempre una via alternativa, anche se per percorrerla c’è bisogno di “cambiare il modello di sviluppo globale”, la qual cosa implica riflettere responsabilmente “sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni” […] Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso”.
Sussidiarietà: libertà e responsabilità
Nell’individuare il ruolo della politica, l’enciclica richiama il principio di sussidiarietà, “che conferisce libertà per lo sviluppo delle capacità presenti a tutti i livelli, ma al tempo stesso esige più responsabilità verso il bene comune da parte di chi detiene più potere”.
È così che si recupera il senso di una politica “che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi”, perché all’origine della crisi attuale si colloca la sottomissione della politica all’economia e di quest’ultima ai “dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia”.
Impegni per un futuro sostenibile
L’incontro di Roma si è chiuso con una
dichiarazione congiunta firmata dal Papa e dai sindaci nella quale i firmatari si impegnano a:
- favorire, nelle città e negli insediamenti urbani, l’emancipazione dei poveri e di coloro che versano in condizioni di vulnerabilità, riducendone l’esposizione a eventi estremi e catastrofi derivanti da profonde alterazioni di natura ambientale, economica o sociale;
- porre fine agli abusi, allo sfruttamento, alla tratta delle persone e ogni forma di schiavitù moderna;
- sviluppare programmi di reinsediamento e integrazione sociale a livello nazionale, al fine di evitare il rimpatrio forzato delle vittime della tratta;
- favorire lo sviluppo di città sempre più socialmente inclusive, sicure, flessibili e sostenibili.
Impegni importanti, ma soprattutto vincolanti, che fanno appello a quell’amore sociale, descritto nell’enciclica, che “insieme all’importanza dei piccoli gesti quotidiani, […] ci spinge a pensare a grandi strategie che arrestino efficacemente il degrado ambientale e incoraggino una cultura della cura che impregni tutta la società”.
Il prossimo appuntamento per mantenere gli impegni presi a Roma sarà al Summit sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi a dicembre di quest’anno, con l’augurio che non si risolva in un’occasione sprecata.