«La situazione in Iraq si sta deteriorando molto rapidamente - in maniera spaventosa. La nostra azione è soprattutto incentrata sui rifugiati all'esterno del paese e sugli sfollati interni. Spesso dimentichiamo che milioni di iracheni sopravvivono tagliati fuori da qualsiasi tipo di servizi o assistenza. La loro condizione peggiora di giorno in giorno.»
Con queste parole, il Direttore dei programmi di emergenza per l'UNICEF, Dan Toole, ha presentato in una conferenza stampa da Ginevra, un panorama allarmante di paesi, che come l'Iraq sono ormai in stato di emergenza cronica: Gaza e Cisgiordania, Zimbabwe, Sudan Meridionale, Ciad, Costa d'Avorio, Repubblica Centrafricana ai quali si è aggiunto il Pakistan colpito dalle recenti inondazioni.
«La situazione umanitaria in Iraq, ha continuato Toole, è peggiorata soprattutto per i bambini - sia per quelli che si trovano all'interno dei confini nazionali che per i bambini rifugiati nei paesi che accolgono i profughi. Il caldo estivo, che ha già raggiunto elevatissime temperature, aggiunge minacce alla salute: sono già raddoppiati i tassi di dissenteria rispetto alla media stagionale e le riserve idriche sono allo stremo. Nell'ultimo anno le condizioni di vita si sono aggravate vertiginosamente e si contano oltre 2 milioni di persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case, mentre altri 2 milioni, di cui la metà bambini, stanno ancora cercando rifugio nei paesi vicini.
Se un anno fa le condizioni di vita dei bambini erano considerate precarie ma stabili, ora i continui e crescenti episodi di violenza impediscono a molti di loro perfino di andare a scuola. L'accesso all'acqua potabile continua a diminuire determinando l'aumento di condizioni igieniche e sanitarie sempre più precarie. Il rischio di epidemie aumenta di giorno in giorno, i tassi di vaccinazione sono in calo.
«E' necessario potenziare gli interventi umanitari», ha aggiunto Toole, ribadendo l'importanza di ristabilire le condizioni di sicurezza se si vuole assicurare l'efficacia degli interventi umanitari.
Per gli interventi più urgenti nel paese, che si attueranno in favore dei bambini nei prossimi sei mesi, l'UNICEF ha lanciato un appello per 42 milioni di dollari.