L'Italia perde le sue coste come nessun altro in Europa. Su 7.500 km, 2.400 mostrano gli effetti di una forte erosione. Calabria e Molise le regioni più colpite. Cementificazione e disboscamenti gli imputati principali. Matteoli: È un'emergenza nazionale
L'Italia perde le sue coste e l'allarme è il più alto di tutta Europa. Su 7.500 chilometri complessivi - 5.000 balneabili e il 70% collocate nel Centro e Sud d'Italia - 2.400 mostrano già gli effetti di una forte erosione. Sono inoltre 4 i chilometri quadrati già divorati dal mare negli ultimi tempi. Calabria e Molise le regioni con i litorali
più malandati. E a rischio non sono solo gli ecosistemi ma anche la tintarella: ko le perle del turismo italiano come Portofino, dove gli ombrelloni arrivano ormai sulle case. Allarme rosso anche per il Conero (Marche) e Macchiatonda (Toscana). È questa la fotografia scattata dall'Osservatorio sull'erosione costiera in occasione della presentazione dei risultati Nomisma su valore e potenzialità economiche delle spiagge italiane.
«L'erosione costiera - ha detto il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli - è un'emergenza nazionale, un problema grave per l'Italia dove il 60% del turismo si riversa sulle coste». Finora, secondo il ministro, ogni Comune ha agito per proprio conto ma ora occorre «avviare una programmazione regionale per risolvere il problema su scala più vasta». In tal senso il ministero dell'Ambiente sta definendo accordi di programma con tutte le Regioni del Sud Italia e nel 2006 saranno avviati gli interventi ora allo studio. Il ministro intende arrivare a «criteri nazionali di protezione delle coste in coordinamento con i ministeri interessati e le Regioni». Per questo, ha annunciato, sarà istituito un gruppo di lavoro ad hoc.
Urbanizzazioni lungo i corsi dei fiumi, cementificazione degli argini, disboscamenti e altri interventi dovuti all'uomo hanno colpito duramente l'equilibrio delle aree costiere determinando la scomparsa di intere popolazioni di uccelli marini e di molluschi. E se in Calabria sono già in forte erosione 415 km su 699, in Molise addirittura 28 km su 31 e in Abruzzo 66 su 139. Non va meglio nel Lazio (122 su 351) e in Campania (105 su 459). Ma l'emergenza coste non è solo ambientale. A rischio l'industria turistica balneare che da sola, in Italia, è stato detto "cattura" quasi il 50% del movimento turistico generale e quindi oltre 76 miliardi di euro di fatturato annuo. «Un turismo - ha detto il responsabile scientifico dell'Osservatorio, Diego Paltrinieri - che rappresenta la prima e indiscussa fonte degli introiti del nostro turismo seguita a distanza dal turismo d'arte e di città (17%), turismo montano estivo (9,8%) e turismo montano invernale (3,8%)».
È urgente quindi porre rimedio all'emergenza, rileva l'Osservatorio. Per ricostruire una spiaggia di 100.000 metri quadrati - è emerso dalla tavola rotonda - si genera, in un anno, un valore di 3 milioni di euro per le sole attività di spiaggia, mentre con l'indotto si arriva a 100 milioni di euro l'anno. «A ciò si aggiunga - ha reso noto il presidente dell'Osservatorio, Umberto Antonelli - che se i 4 km quadrati di spiaggia erosi e distrutti fossero stati disponibili per il turismo, avrebbero generato un reddito aggiuntivo pari a 4 miliardi di euro l'anno, quasi lo 0,5% del prodotto interno lordo».
In base ai dati Eurosion, l'impatto dell'erosione si ripercuote su una banda di litorale che sviluppa un'attività economica stimata tra i 500 e i 1.000 miliardi di euro, fatta di turismo, agricoltura e installazioni industriali. Diverse centinaia le case che vengono abbandonate o che perdono gran parte del loro valore immobiliare per il rischio di venire sommerse o di precipitare in mare, o che effettivamente spariscono. Ingenti anche i danni alle infrastrutture viarie e alle comunicazioni. Per l'Italia le aree urbanizzate e industriali a rischio per colpa dell'erosione toccano quota 1.841 km quadrati mentre quelle di alto valore ecologico 4.130. In tutta Europa l'erosione riguarda quasi 20.000 km di coste su un totale di 100.000 con una perdita di 15 km quadrati di spiagge ogni anno.
La Nuova Ecologia, 27 gennaio 2005