Le emergenze sembrano susseguirsi quasi con regolarità, eppure i controlli sono sempre più puntuali ed efficaci. Qual è allora l'opinione degli italiani sulla sicurezza alimentare? Di chi si fidano e come si regolano nell'acquisto dei cibi?
Nel corso del 2006, c'è stata l'emergenza per le bufale dopate con gli anabolizzanti nel casertano e il caso del caviale scaduto per un valore di 500mila euro conservato in una azienda del Veneto; la scoperta delle carni avicole cinesi contenenti antibiotici vietati nel padovano e il ritrovamento di 4 tonnellate di formaggio scaduto rietichettato come pecorino sardo nella periferia di Roma, e poi migliaia di ettolitri di mosto di origini ignote venduto come vino di qualità in Puglia e Sicilia e la pizzeria di una nota catena di ristorazione chiusa per invasione di scarafaggi nel milanese. Insomma, truffe e scandali alimentari hanno impegnato notevolmente le forze dell'ordine e gli enti preposti ai controlli e messo a rischio la fiducia, se non la sicurezza, dei cittadini consumatori. Eppure sono state più di 200mila le ispezioni effettuate dalle forze dell'ordine preposte al controllo sulla filiera alimentare: 35.138 dai Carabinieri del Nas, 163.650 dalla Guardia Costiera, 27.046 dall'Ispettorato centrale repressione frodi e dal Corpo Forestale. Il sistema italiano dei controlli alimentari si conferma come uno dei più efficaci a livello internazionale.
E contro queste emergenze la provenienza dei prodotti diventa un elemento di sicurezza per i consumatori: per il 96% degli italiani l'indicazione dell'origine in etichetta è infatti molto o abbastanza importante. In tema di informazione si fidano anzitutto degli istituti scientifici, seguiti dagli organismi di controllo e dalle associazioni a tutela dei consumatori. Buono il giudizio nei confronti dell'operato degli organismi di controllo anche se il 55% pur giudicandolo positivamente crede che si potrebbe fare di più.
E' Italia a Tavola 2007, IV rapporto sulla sicurezza alimentare in Italia realizzato dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e da Legambiente e presentato oggi a Roma. Protagonisti della ricerca tutti gli istituti preposti al controllo del settore: Carabinieri per la Sanità, Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, Ministero della Salute, Corpo Forestale e Guardia Costiera. Quest'anno il rapporto si è arricchito dell'indagine "Informazione, tutela e qualità dei prodotti: quanto e di chi si fidano gli italiani?", realizzata per il Movimento Difesa del Cittadino dall'Ipsos.
INFORMAZIONE, TUTELA E QUALITÀ DEI PRODOTTI: QUANTO E DI CHI SI FIDANO GLI ITALIANI?
Dall'indagine emerge che il 45% degli italiani controlla sempre l'etichetta di origine e il 27% lo fa spesso. In particolare, sono le donne (50% contro il 39% degli uomini), chi ha più di 35 anni (47-49% contro il 36% dei più giovani) e gli abitanti nelle regioni del sud (52% contro una media del 39-42% del centro nord). Solo il 60% è in grado di riconoscere un prodotto DOP dal marchio, con una più alta percentuale nella fascia più giovane (18-34 anni). Quindi c'è un 22% di italiani che si fanno ingannare dalle varie bandiere italiane o europee che spesso vengono messe sulle etichette. E in tema di informazione fornita dai mass media, i cittadini la considerano "allarmista e disorientante" (45%), mentre per il 39% è chiara e utile per difendersi dai rischi. Tra i soggetti (istituzionali e non) che si occupano di sicurezza alimentare la maggiore fiducia riscuotono gli istituti scientifici (83% alta+media) seguiti da gli organi di controllo, come i Nas, e dalle associazioni a tutela dei consumatori. Un'ultima indicazione interessante dell'indagine riguarda il rapporto tra qualità e prezzo: l'86% è disposto a spendere di più per prodotti Made in Italy, il 78% per prodotti a denominazione registrata (DOP, IGP, STG), il 55% per il biologico.
I CONTROLLI
Ammontano a oltre 35mila le ispezioni dei Carabinieri per la sanità nel corso del 2006. Si tratta di controlli che hanno portato all'arresto di 39 persone, alla chiusura di 861 strutture e al sequestro di 495.. I sequestri hanno riguardato oltre 60 milioni di chilogrammi di prodotto, 1.604mila confezioni, e oltre 501mila capi per un valore totale di 52.053.309 milioni di euro. Il settore più problematico si conferma ancora quello delle carni e allevamenti: quasi 3mila controlli in meno rispetto al 2005 hanno rilevato infatti oltre 1200 infrazioni penali e oltre 3200 infrazioni amministrative. 35 le persone arrestate tra gli operatori, 761 quelle segnalate all'autorità giudiziaria. Per quanto riguarda il lavoro dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari nel 2006 sono circa 3.500 gli operatori irregolari e oltre 500 i sequestri effettuati. Ammontano a 520, invece, i sequestri effettuati per un valore di oltre 8.600.000 euro; circa 500 le notizie di reato e oltre 4mila le contestazioni amministrative. Sostanziosa e inarrestabile l'attività della Guardia costiera, impegnata soprattutto nelle operazioni di controllo della pesca e del commercio di prodotti ittici con ben 33.949 controlli effettuati dalle unità navali e 163.650 ispezioni ai punti di sbarco e alle attività commerciali, che hanno portato alla scoperta di frodi riguardanti soprattutto il commercio di prodotti ittici inquinati, scaduti, contraffatti.
LE EMERGENZE
Pinot Grigio Igt del Veneto contraffatto con comune vino da tavola di bassa qualità; frodi in commercio e usurpazione del marchio Cilento Dop per 1.100 bottiglie di olio e 2 silos di 30 quintali; e ancora, 10.000 litri di olio di semi adulterato e colorato con la clorofilla per renderlo verde brillante spacciato per extravergine di oliva; 36 persone indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato alla ricettazione di farmaci per uso veterinario, in particolare anabolizzanti e somatropina, per aumentare la produzione di latte delle bufale. Lunga anche la lista dei prodotti illegali e contraffatti extra-Ue, in particolare quelli provenienti dalla Cina: l'operazione "Black chicken 2" si chiude con il sequestro di prodotti alimentari e farmaceutici per un valore pari a 5.000.000 euro e con la denuncia di 26 cittadini cinesi e 94 violazioni penali accertate; sequestrati altri 275 quintali di prodotto, tra alimenti e medicinali, importati illegalmente dall'Italia e 20 tonnellate di arachidi di produzione cinese confezionate in scatole che riportavano indicazioni di tracciabilità italiana.
"Cresce sempre più l'attenzione degli italiani nei confronti della sicurezza alimentare coniugata con la qualità dei prodotti - ha affermato Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino - I risultati dell'indagine, che costituisce la novità del rapporto di quest'anno, sono molto indicativi su una consapevolezza aumentata dei consumatori riguardo la necessità di tutela e valorizzazione di un comparto, quello agroalimentare, fondamentale per la vita di ogni giorno delle famiglie e per il sistema economico del Paese. La persistenza delle tante situazioni critiche o truffaldine rilevate dai controlli devono indurre le autorità, anzitutto il Ministero delle Politiche agricole e il Ministero della Salute a non abbassare la guardia".
"Dai dati raccolti in questo quarto rapporto sulla sicurezza alimentare - ha dichiarato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - emerge una situazione in gran parte rassicurante. I casi di illecito citati infatti sono stati tutti scoperti e stroncati dalle forze dell'ordine, ma per garantire al meglio i cittadini sarebbe opportuno intervenire su due fronti. Da un lato bisognerebbe investire in campagne di comunicazione e informazione in grado di fornire ai consumatori gli strumenti idonei per una scelta consapevole degli alimenti. Un'operazione di trasparenza che coinvolga anche gli stessi operatori delle filiere alimentari, in modo da aumentare la fiducia verso quei numerosi operatori che quotidianamente si impegnano per far arrivare sulle nostre tavole alimenti di qualità, sani e controllati. Dall'altro invece bisognerebbe capire di cosa si sta occupando l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare di Parma, che è stata istituita proprio per garantire controlli sistematici e indipendenti in campo alimentare e dalla quale non sembrano arrivare segnali di alcun tipo di attività.".
Laura Simionato 333/1164624 
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