di ANGELO MERISI
Guidonia, squarciate le ruote di due macchine e messaggi minatori al telefono
Minacce a tre volontari di Legambiente. Nella notte tra sabato e domenica le auto di due esponenti dell'associazione sono state oggetto di atti vandalici, mentre telefonate intimidatorie sono arrivate, negli stessi giorni, a un loro collega. A denunciare pubblicamente quanto accaduto è il circolo di Legambiente di Tivoli che collega i tre episodi alla recente mobilitazione dei movimenti ambientalisti del territorio. «In particolare - fanno sapere dal circolo tiburtino - all'assemblea del 15 gennaio nella quale si è parlato della critica situazione ambientale a Guidonia per la proposta di realizzare una centrale termoelettrica da 800 megawatt». Nell'assemblea, cui sono intervenuti oltre cinquanta rappresentanti di numerose associazioni, è stato deciso di organizzare una grande manifestazione per il 19 febbraio anche contro la decisione del consiglio regionale di ridurre il perimetro del Parco dell'Inviolata.
«Alla mia auto, un fuoristrada - racconta il presidente Stefano Roggi, la cui vettura, parcheggiata in via delle Ringhiere a Montecelio, è finita nel mirino di ignoti - hanno forato una gomma, mentre a quella della mia collega, che stava non molto distante dalla mia, ne hanno bucate due». Scartata l'ipotesi che si sia trattato di una fortuita coincidenza, i fatti sono stati denunciati ai carabinieri della caserma di Guidonia.
Un chiaro messaggio minatorio è arrivato al terzo volontario di Legambiente: un paio di telefonate anonime a casa. «Non puntiamo il dito contro nessuno - aggiunge Roggi - ma gli episodi sono evidentemente collegati tra loro».
La mobilitazione degli ambientalisti, che potrebbero scendere in piazza anche prima del 19 febbraio, non si ferma. «Non saranno questi stupidi atti intimidatori - spiega in una nota Legambiente - che potranno impedire l'esercizio del diritto di critica e di manifestazione contro scelte sciagurate che penalizzano fortemente la salute dei cittadini. Guidonia, già penalizzata da insediamenti ad alta criticità ambientale, non può e non deve subire altre installazioni che comportino emissioni pericolose».
Il Messaggero (Viterbo), 26 gennaio 2005