di Donata Lodi Appello nello "spirito del maremoto" per aiutare i bambini di 33 paesi la cui vita è minacciata da emergenze lontane dalla luce dei riflettori Ginevra, 26 gennaio 2005 - L'UNICEF ha lanciato oggi un appello per oltre 750 milioni di dollari, diretto a soccorrere milioni di bambini che, in tutto il mondo, lottano per sopravvivere in paesi colpiti da guerre ed emergenze: la tragedia dello tsunami ha dimostrato quanto grande sia l'attenzione delle persone per la sorte di bambini in situazioni disperate, situazioni che però spesso sono poco conosciute. "Siamo stati testimoni di una risposta veramente eccezionale da parte della società civile mondiale; un misto di compassione, immediata disponibilità all'aiuto e di generosità, che ha permesso all'UNICEF di contribuire subito a salvare molte vite", ha dichiarato il Direttore generale dell'UNICEF Carol Bellamy: "A nome dei miei colleghi che lavorano contro il tempo per aiutare i sopravvissuti, ringrazio i nostri donatori per la loro sincera risposta". "Ora facciamo appello a quella medesima generosità", ha proseguito Carol Bellamy, "che ha spinto persone e nazioni a unire le forze per l'emergenza tsunami. L'anno è iniziato all'insegna di un nuovo spirito di solidarietà tra gli uomini, una presa di coscienza che ciò che accade nelle aree anche più lontane del mondo ci riguarda tutti". Presentando l'Humanitarian Action Report, il rapporto annuale dell'UNICEF sulla condizione dei bambini nei paesi in emergenza, il Direttore generale dell'UNICEF ha citato la guerra in corso nella Repubblica Democratica del Congo, che ha provocato 3 milioni di morti in appena 5 anni, e la crisi nel nord Uganda, che ha indicato come una delle peggiori emergenze in assoluto che colpiscono i bambini. Attualmente, tra 1/4 e 1/3 dei 158 paesi in cui opera l'UNICEF è colpito da emergenze scaturenti da conflitti, crisi economiche, disastri naturali o da una combinazione di questi fattori. L'appello offre un quadro d'insieme dei programmi d'emergenza dell'UNICEF in 33 di tali Stati e territori e chiede un aiuto ai donatori di 763 milioni di dollari, necessari agli interventi di soccorso per la sopravvivenza dei bambini, la loro protezione e la fornitura di servizi di base. Tra i paesi presenti nell'appello del 2005, l'Uganda, la Somalia, il Burundi, la Repubblica Democratica del Congo, la Sierra Leone, l'Afghanistan, l'Indonesia, lo Sri Lanka, la Colombia e Haiti. I 2/3 dei paesi in emergenza si trovano in Africa. Il rapporto include un appello straordinario da "oltre 289 milioni" per il Sudan, per coprire gli interventi d'assistenza nel Sud, dove il recente accordo di pace genera nuove speranze, e nella regione occidentale del Darfur, considerata - fino all'emergenza tsunami - la più grave crisi umanitaria al mondo. "Le telecamere spostano naturalmente il fuoco quando scoppia una nuova emergenza, spingendo di norma la nostra attenzione a seguirle", ha affermato Carol Bellamy: "Ma non dovremmo mai scordarci dei bambini che sono intrappolati nelle emergenze". Durante le emergenze, i bambini sono particolarmente vulnerabili alle malattie, alla malnutrizione e alle violenze. Circa la metà (il 45%) dei 3,6 milioni di persone uccise in guerra negli anni '90 erano bambini; molti altri milioni sono stati gravemente feriti o resi disabili a vita, o hanno sopportato violenze sessuali, traumi, fame e malattie. Oltre 20 milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro famiglie e comunità d'origine a causa della guerra. In tutte le emergenze, l'UNICEF prima di tutto concentra i propri interventi per assicurare la sopravvivenza dei bambini, il che significa fornire assistenza sanitaria, acqua, servizi igienici di base e nutrizione adeguata. Al contempo, l'UNICEF si attiva per provvedere alla protezione immediata dei bambini abbandonati o separati dalle famiglie, di quelli arruolati negli eserciti o nei gruppi ribelli, o in altro modo sfruttati e abusati, aiutando i bambini a superare i traumi psicosociali associati alle emergenze, un ambito d'intervento, questo, in cui una componente fondamentale è riportare al più presto possibile i bambini a scuola. Carol Bellamy ha lodato l'Ufficio per gli Affari Umanitari della Commissione europea (ECHO) - il terzo più grande donatore ai programmi d'emergenza dell'UNICEF - per aver recentemente trasferito, mediante due donazioni, un totale di oltre 7 milioni di euro all'UNICEF, utilizzati per potenziare i piani di preparazione e risposta alle emergenze. "Grazie a questa generosa donazione", ha dichiarato il Direttore generale dell'UNICEF, "saremo in grado di operare più efficientemente e rapidamente per coordinare le risposte alle emergenze insieme ai nostri partner, potenziando gli sforzi per proteggere i bambini, nelle emergenze, da abusi e sfruttamento". Le risorse chieste nell'appello odierno metterebbero in grado l'UNICEF di fornire una vasta gamma di servizi d'assistenza immediata e di più lungo termine ai bambini di paesi in emergenza, inclusa l'assistenza sanitaria di base, forniture d'acqua potabile e impianti igienico-sanitari, vaccinazioni contro malattie mortali, programmi di smobilitazione e reinserimento sociale dei bambini soldato, servizi d'istruzione d'emergenza, assistenza legale e protezione contro abusi e sfruttamento. "L'opera dell'UNICEF nelle emergenze non solo contribuisce a salvare la vita di molti bambini, ma offre altresì a quelli più vulnerabili la possibilità di un futuro migliore", ha dichiarato il Direttore generale dell'UNICEF: "L'ammontare di risorse richieste nell'appello potrebbe sembrare ingente, ma per decine di milioni di bambini che vivono in paesi in crisi rappresenta un'opportunità di sopravvivenza e protezione, e un pizzico di speranza". Un grazie per la risposta all'emergenza maremoto Contemporaneamente al lancio dell'appello per gli altri paesi in emergenza, l'UNICEF rende noto che i fondi necessari agli interventi d'emergenza e ricostruzione per il maremoto sono stati quasi tutti raccolti. Con quasi 300 milioni di dollari già ricevuti da governi e donatori privati, e con un limitato numero di iniziative di raccolta fondi di rilievo che si terranno a breve termine, l'UNICEF prevede di ricevere risorse sufficienti a coprire le esigenze del prossimo futuro. Per tali ragioni, l'UNICEF comunica che, escluse le iniziative già programmate, non avvierà nuovi progetti di raccolta fondi. "Invitiamo le persone che così generosamente hanno donato per l'emergenza tsunami a considerare la possibilità di cooperare con l'UNICEF anche in altre aree del mondo, dove la vita, i diritti e la sopravvivenza di milioni di bambini sono egualmente minacciati", ha affermato Carol Bellamy: "Queste sono battaglie che possono combattersi simultaneamente, nell'area dello tsunami come in altri paesi in crisi, se tutti insieme lavoreremo a tale scopo". L'UNICEF ha distribuito decine di milioni di dollari di aiuti salvavita nell'area colpita dallo tsunami e continuerà a sostenerne la ricostruzione di base. L'Agenzia opererà inoltre per la ricostruzione di lungo periodo dei servizi di vitale importanza per l'infanzia, incluse scuole e centri sanitari. Per maggiori informazioni, Ufficio Stampa UNICEF Italia: tel. 06.47809233-287 e 335.333077, press@unicef.it, sito-web: www.unicef.it Vita, 26 gennaio 2005

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