I primi dati del Rapporto 2007 SIPRI - Stockholm International Peace Research Institute -, l'autorevole Istituto di ricerca della pace di Stoccolma, mostrano l'Italia all'ottavo posto nella classifica delle spese militari con 29,9 miliardi di dollari, e al settimo posto con una spesa militare pro-capite di 514 dollari. L'Italia segna inoltre un record ventennale: era dal 1985 che non superava gli 800 milioni di dollari di esportazioni di armamenti, confermando il rilancio delle esportazioni militari italiane già segnalate dalle Relazioni della Presidenza del Consiglio.
Per le operazioni militari in Afghanistan e Iraq, al primo posto della classifica delle spese militari permangono gli Stati Uniti che hanno visto una crescita del budget militare pari al 46% dell'intera spesa militare mondiale. Si riconfermano inoltre al primo posto anche nelle esportazioni, seguiti da Russia, Germania, Francia, Olanda e Gran Bretagna.
Diminuiscono i fondi per sostenere l'avvio dei processi di sviluppo nei Paesi del Sud del Mondo. Aumentano quelli per appoggiare negli stessi paesi armi, eserciti e attori non statali (è il caso di Hezbollah che ha ricevuto aiuti militari dall'Iran per la guerra contro Israele). L'India è ai primi posti tra gli importatori di armi ed è tra i paesi più poveri del mondo.
Tutto questo è assolutamente vergognoso.
Ogni anno l'Italia mette in mano ad un bambino somalo un fucile per combattere.
Basterebbe dargli una penna rossa per correggere il domani.