L'indagine, dal titolo "International Migration Outlook", evidenzia un aumento nei Paesi più industrializzati di immigrati stabili, di ricongiungimenti familiari e di studenti stranieri, segnali di una realtà migratoria sempre più strutturale, con flussi migratori sempre più stabili e regolari.
Il Rapporto, inoltre, mette in evidenza come siano ancora forti le difficoltà di integrazione degli stranieri e l'ampia presenza degli irregolari che per l'Italia viene però stimata, si parla di 700.000 unità, senza tener conto dell'ultima regolarizzazione. Tra i maggiori Paesi di immigrazione troviamo al primo la Svizzera che viene seguita a ruota da Nuova Zelanda, Australia e Canada.
Per quanto riguarda invece le nazioni d'origine dall'Osce vengono segnalati nuovi flussi migratori dalla Russia, dall'Ucraina, dalla Cina e dai Paesi dell'America Latina verso la Spagna. Nel rapporto anche una sessione monografica sul confronto fra le politiche di gestione migratoria dei Paesi che utilizzano il sistema della quote di ingresso.
Tra il 2004 ed il 2005 la popolazione residente legalmente nei paesi industrializzati dell'OCSE è aumentata di circa 4milioni di persone. Riguardo all'Italia, il responsabile presso l'OCSE dei movimenti migratori internazionali Jean-Pierre Garson ha dichiarato che il nostro paese "dovrebbe fare più sforzi per attirare l'immigrazione più qualificata e quindi anche gli studenti, in quanto potrebbe dare una marcia in più all'economia del paese.
" Garson ha comunque sottolineato come l'Italia abbia finalmente una "visione chiara dell'immigrazione che tiene conto della sua importanza per l'economia del paese." Il rapporto OCSE segnala inoltre un calo sensibile delle richieste d'asilo nel vecchio Continente, in continuo calo anche nel 2005 pari al 15% che in cifre significa circa 300 mila domande presentate, a fronte del doppio registrate nel 2000.
Valeria Rossato