Sono una straordinaria ricchezza: rifugio e zona di riproduzione per tantissime specie di fauna marina. Svolgono un importante funzione di "cuscinetto" per gli tsunami. Ma costituiscono uno degli ambienti più minacciati a livello mondiale / Parigi, politici e scienziati a confronto
Almeno il 40% del totale delle foreste "marine" di mangrovie sono concentrate in Asia, dove si è registrata la più forte perdita di questi ambienti nell'ultimo decennio. Nei paesi che si affacciano sull'Oceano indiano l'aumento della popolazione e l'urbanizzazione delle coste a causa dello sviluppo del turismo e gli impianti di acquacoltura stanno distruggendo gli habitat di mangrovie, preziosi per la biodiversità ma anche per la difesa delle coste da erosione e tsunami. Lo denuncia l'Iucn (Unione mondiale della conservazione) secondo la quale per molti paesi costieri tropicali si è registrata una perdita fino al 70% rispetto all'estensione originaria. L'Indonesia ad esempio ha perso oltre il 30% delle foreste di mangrovie negli ultimi 20 anni, la Thailandia il 50%, ancora piu impoverito lo Sri Lanka.
La Iucn denuncia in particolare la sistematica distruzione delle mangrovie per fare spazio agli allevamenti di gamberetti. Nel Sud-est asiatico molti chilometri quadrati di foreste di mangrovie sono stati distrutti a favore di questi impianti e per le esigenze produttive dell'industria ittica. Gli ambienti di mangrovie costituiscono un particolare ecosistema forestale costiero, costituito da numerose specie di alberi, arbusti, felci, piante grasse ed epifite. Presentano una straordinaria ricchezza di biodiversità, costituiscono rifugio e zona di riproduzione per tantissime specie della fauna marina (dai pesci ai crostacei, ai molluschi) e svolgono un importante funzione di "cuscinetto" per fenomeni quali inondazioni e anche gli tsunami stessi. Ma costituiscono uno degli ambienti di zone umide più minacciati a livello mondiale.
Secondo il Wwf nell'area indo-pacifica è presente il 42% degli ambienti di mangrovie a livello planetario di cui il sistema della Sunderbans, tra India e Bangladesh, costituisce la più ampia e continua foresta di mangrovie del mondo. La distruzione e l'eliminazione delle foreste di mangrovie incrementa la vulnerabilità dei sistemi naturali ma anche quella dei sistemi sociali. «I luoghi che avevano barriere coralline sane e mangrovie intatte - secondo l'associazione - sono state meno devastate dallo tsunami di quelli in cui le barriere erano danneggiate e le mangrovie eliminate». Le mangrovie sono tagliate anche per ricavarne carbone. Di recente in Ecuador la loro distruzione è divenuta un reato, mentre in altri paesi esistono progetti di ricostruzione di questo delicato ecosistema: alcuni ricercatori si sono fatti promotori di interventi di rimboschimento con mangrovie lungo centinaia di chilometri di coste minacciate dalla desertificazione in Messico, in Arabia Saudita e altrove.
Le mangrovie sono tra le poche piante terrestri capaci di tollerare l'elevata salinità del mare aperto, vivono nelle acque costiere tropicali e subtropicali formando tipiche comunità marine. Si tratta di alberi che crescono molto vicini tra loro, sostenuti da radici arcuate che formano un groviglio complesso e intrecciato. Le comunità a mangrovie hanno una produttività primaria molto elevata. Le foglie morte di queste piante forniscono la maggior parte dell'energia alimentare da cui dipende la pesca nelle zone costiere intertropicali.
La Nuova Ecologia, 24 gennaio 2005