«Il tavolo aperto dal ministro Poletti per la definizione di un Piano di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, insieme al riconoscimento che la lotta alla povertà costituisce la priorità per le riforme delle politiche sociali, è un dato senz'altro positivo come pure il coinvolgimento della società civile in questo percorso. Ma se sono apprezzabili gli intenti e il metodo non altrettanto si può dire per le risorse messe in campo che non consentono di dare il respiro auspicato allo strumento proposto dal Ministero, il Ria (Reddito d’Inclusione Attiva). Il Ria appare poco più che un ampliamento della sperimentazione del Sia». (Leggi di più su:
http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=10100:definizione-di-un-piano-di-lotta-alla-poverta-e-all-esclusione-sociale&Itemid=674#ixzz3h4asXA7R)
Questo il giudizio che Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli ha espresso al ministro del Lavoro Giuliano Poletti al tavolo con le Associazioni convocato oggi dal Ministero.
«Si prevede – osserva Bottalico - uno stanziamento triennale di 1,5 miliardi, che rappresenta poco meno dello stanziamento che l'Alleanza contro la povertà chiede per il primo anno del Reddito di inclusione sociale. Ma in questo modo non si può avviare un percorso di riforma strutturale.
Da questo punto di vista – conclude Bottalico - la distanza del Ria con la proposta del Reddidto di inclusione sociale appare netta e non rappresenta la fine della fase delle sperimentazioni per avviare invece quella di un Piano nazionale di lotta contro la povertà e di una infrastruttura nazionale per il welfare locale che l'Alleanza contro la povertà auspica e per cui chiede al Governo che vengano stanziate le risorse necessarie nella prossima legge di stabilità».