Il progetto SET4food (Sustainable energy technologies for food utilization), presentato ad Expo e gestito da COOPI – Cooperazione Internazionale, Politecnico di Milano e Fondazione Politecnico di Milano, esplora soluzioni innovative per migliorare l’accesso all’energia per la cottura e la conservazione di cibo nei campi profughi e negli insediamenti informali presenti nel mondo. Attraverso 4 progetti pilota in Africa e Medio Oriente viene proposta una metodologia di intervento esportabile in tutti i paesi per agevolare le condizioni di vita di rifugiati e sfollati che nel 2014 hanno raggiunto la cifra record di 59,5 milioni.
Milano. Un sistema di generazione ibrido, alimentato dal vento e dal sole, fornisce energia ad alcuni grandi frigoriferi per permettere alle numerose famiglie dell’insediamento un’appropriata conservazione del cibo. Ci troviamo in Libano, all’interno di un edificio che ospita famiglie di rifugiati Siriani in fuga dalla guerra. Qui, così come in Somalia, ad Haiti e nella Repubblica Centrafricana, sono stati avviati i progetti pilota di SET4food (Sustainable Energy Technologies for Food Utilization -
www.set4food.org), il cui obiettivo è identificare e sperimentare nuove soluzioni energetiche efficienti e sostenibili per la cottura e la conservazione del cibo nei campi profughi e negli insediamenti informali. Il progetto mira a rendere più puntuale ed efficace la risposta degli attori umanitari, consentendo loro di effettuare una decisione “esperta” grazie a strumenti operativi adeguati, esperienze pilota e numerose occasioni di formazione in presenza e on-line.
Il progetto, gestito dalla ONG COOPI – Cooperazione Internazionale, dal Politecnico di Milano e dalla Fondazione Politecnico di Milano, e co-finanziato dalla Commissione Europea – Humanitarian Aid & Civil Protection Department (ECHO), è stato presentato all’interno di un’intera giornata dedicata al legame tra energia e cibo tenutasi ad Expo, che ha ricevuto la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, all’interno delle iniziative organizzate nell’ambito dell’Anno Europeo per lo Sviluppo. Un’occasione importante che ha aperto la discussione con numerosi attori, tra i quali il Ministro Giordano per l’Energia Ibrahim Saif.
Secondo Giampaolo Cantini, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, “Expo rappresenta una eccezionale opportunità per focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su temi essenziali per lo sviluppo, inclusi quelli relativi alle grandi emergenze umanitarie in aree di crisi, come il dramma dei rifugiati. In questo senso, il progetto SET4food, finanziato dalla Commissione Europea, contribuisce ad individuare soluzioni innovative e sostenibili al problema della sicurezza alimentare nei campi profughi”.
Nei campi profughi, la sicurezza alimentare dipende in larga parte dalla disponibilità di energia, che determina le pratiche di cottura e conservazione degli alimenti. L’energia, inoltre, ha pesanti ripercussioni anche su altri aspetti della vita, quali la sicurezza personale, l’educazione e la salute. Ad esempio una corretta conservazione del cibo mantiene le proprietà nutritive degli alimenti e riduce il rischio di contrarre malattie. Per questo motivo le soluzioni tecnologiche adottate devono essere sostenibili, e cioè disponibili a prezzi accessibili, non pericolose e caratterizzate da un ridotto impatto ambientale. Occorre mettere a disposizione degli operatori umanitari, che spesso non hanno conoscenze tecniche specifiche, strumenti adeguati per rendere efficace il processo di decisione e spostarlo verso soluzioni più appropriate ed efficienti. Anche nell’emergenza che caratterizza queste situazioni, l’innovazione tecnologica disegnata attorno al contesto specifico può migliorare la qualità della vita dei profughi, e ridurre la pressione esercitata dai campi sulla comunità ospitante sia in termini sociali che ambientali, intervenendo così anche su alcune delle cause di tensioni e conflitti. E’ importante sottolineare che il tema è quanto mai attuale, infatti e purtroppo le guerre e conflitti sono in aumento, e numerose persone possono essere costrette a vivere per anni in campi o insediamenti informali. I dati riportati dalle agenzie internazionali parlano chiaro: secondo il rapporto annuale dell’UNHCR il numero di persone costrette a fuggire e a lasciare le proprie case ha raggiunto, alla fine del 2014, la cifra record di 59,5 milioni di persone contro i 51,2 milioni del 2013 e i 37,5 di dieci anni fa. Numeri che non sorprendono se si pensa che negli ultimi cinque anni sono scoppiate o si sono riaccese 15 guerre in tutto il mondo. Il numero di persone tornate nelle loro case, sempre nel 2014, è stato il più basso degli ultimi 31 anni. E, dato ancora più preoccupante, la metà dei rifugiati sono bambini.
Il progetto, iniziato nel giugno del 2014, terminerà nel dicembre di quest’anno. Durante questi mesi, per valorizzare e trasferire in modo adeguato l’esperienza e la conoscenza maturata dagli attori che hanno collaborato al progetto, è stato messo a punto uno strumento particolarmente innovativo di supporto alle decisioni (Decision Support System - DSS). Sviluppato dal Politecnico di Milano, attraverso la Cattedra UNESCO “Energia per lo Sviluppo Sostenibile” del Dipartimento di Energia, questo strumento ripercorre in modo guidato il processo logico che esperti di energia e cooperazione hanno seguito nella realizzazione dei casi pilota, e suggerisce una panoramica delle soluzioni più adatte ad affrontare le necessità e i vincoli che si presentano in contesti differenti. Il DSS porta l’utente a una selezione preliminare delle tecnologie più adatte per conservare e cuocere il cibo, per depurare l’acqua e per garantire una adeguata illuminazione, tenendo in considerazione vari parametri non solo che caratterizzano lo specifico contesto di intervento.
Emanuela Colombo, Delegato del Rettore del Politecnico di Milano per Cooperazione e Sviluppo sottolinea che: ”Proporre soluzioni innovative in contesti di emergenza umanitaria è una sfida complessa, che obbliga a integrare nei processi di progettazione convenzionale una molteplicità di vincoli sociali e di condizioni ambientali, climatiche e culturali che influenzano tali soluzioni tecnologiche che le persone dovranno adottare. Nel partecipare a questo progetto, il Politecnico di Milano, lavorando con altri attori del settore, mira a perseguire la propria strategia di mettere sempre più servizio delle sfide che la società globale è chiamata ad affrontare, le competenze e le conoscenze che sono proprie della ricerca scientifica per contribuire a uno sviluppo più equo”.
Nei prossimi mesi continueranno le attività di formazione e confronto rivolte ad operatori umanitari e attori internazionali, ai quali verranno presto destinati nuovi workshop tenuti da COOPI e dal Politecnico di Milano. Un corso on line di e-learning fruibile da tutti è stato sviluppato ed è accessibile tramite una piattaforma WEB progettata dalla Fondazione Politecnico di Milano. Il corso, ora disponibile in inglese, verrà a breve tradotto anche in francese e spagnolo.
L’esperienza di COOPI nell’ambito della cooperazione internazionale e dell’intervento umanitario (l’organizzazione è presente in 24 paesi con 150 progetti di sviluppo e di emergenza e 27 programmi di sostegno a distanza) ha permesso di individuare i paesi dove realizzare i 4 progetti pilota – Libano, Haiti, Somalia e Repubblica Centrafricana – per testare il DSS e le innovazioni proposte: in Repubblica Centrafricana, per esempio, sono stati installati due impianti solari di diversa tipologia, che forniranno energia a vari congelatori e ad una stazione “comunitaria” di ricarica per telefoni cellulari. Grazie al sistema di monitoraggio da remoto di cui è dotato, il “doppio” sistema permetterà di confrontare due diverse tecnologie così da comparare la loro efficienza nelle condizioni climatiche caratteristiche dell’Africa centrale.
Ennio Miccoli, Direttore di COOPI – Cooperazione Internazionale, sottolinea che “SET4food esplora nuove prospettive con cui guardare gli spostamenti forzati di persone e soprattutto apre nuove vie per interventi umanitari in supporto a tali comunità in movimento. Inoltre SET4food non solo interviene su un aspetto fondamentale per la vita, quale l’utilizzo di cibo, ma considera anche le opportunità che si posso aprire grazie ad un migliore accesso all’energia. Tale visione multisettoriale è la strategia con cui COOPI ha sempre operato per rispondere ai bisogni della persona in modo completo e, così facendo, rispettandone la dignità e generando occasioni di sviluppo”.