Roma. Mentre il violento conflitto in Yemen prosegue lontano dai riflettori, la situazione umanitaria continua a peggiorare e ha raggiunto livelli inaccettabili: i civili sono bloccati dietro le linee del fronte, senza cure mediche, beni alimentari, carburante e acqua. C’è un urgente bisogno di aumentare l’accesso alle cure mediche e ai beni di prima necessità per la popolazione yemenita.
MSF è una delle poche organizzazioni ancora attive in Yemen. L’organizzazione lavora in diversi ospedali, gestisce ambulatori, cliniche mobili e fornisce acqua, beni di prima necessità e kit igienico-sanitari a migliaia di persone in tutto il paese. Dal 19 marzo, le équipe mediche di MSF hanno curato più di 6.700 persone ferite durante i violenti attacchi ad Aden, Taiz, Ad-Dhale, Saada, Hajjah e Amran.
“Siamo di fronte a un paese sull’orlo del baratro”, afferma Stefano Zannini, direttore del Supporto alle Operazioni di MSF Italia. “A causa degli alti livelli di violenza, degli attacchi aerei e dei bombardamenti su zone altamente popolate, è veramente difficile spostarsi all’interno del paese per fare una valutazione dei bisogni e fornire l’assistenza medica necessaria. La situazione umanitaria sta peggiorando di giorno in giorno nell'indifferenza della comunità internazionale”.
La popolazione civile paga il prezzo più alto a causa dell’intensità della violenza e gli sfollati sono centinaia di migliaia in zone come i governatorati di Amran e Aden. A causa dei bombardamenti e degli scontri ad Aden, le équipe di MSF, nell’ospedale di chirurgia intensiva, ricevono continuamente pazienti feriti, tra cui molte donne e bambini.
All’inizio di luglio nel governatorato di Amran, a nord della capitale Sana’a, un ospedale assistito da MSF ha ricevuto diverse persone gravemente ferite a causa di attacchi aerei diretti sul distretto di Harf Sufian. A Beni Hassan, distretto a nord-ovest di Harad, un’équipe di MSF ha assistito più di 67 feriti in seguito a una serie di attacchi aerei su un mercato affollato, poco dopo la fine del Ramadan, nella notte del 4 luglio. La violenza ha colpito anche il governatorato di Taiz, nell’area sud-occidentale del paese, dove i bombardamenti hanno causato il ferimento e l’uccisione di diverse persone, inclusi donne e bambini. MSF fornisce supporto a diversi ospedali con donazioni di kit chirurgici e altro materiale sanitario.
Anche il personale e le infrastrutture mediche sono diventati bersaglio degli attacchi, causando una riduzione della capacità di operare del sistema sanitario nazionale. L’ospedale di Harad, una delle poche strutture funzionanti nell’area di Hajjah, è stato bombardato a metà giugno ed è adesso inutilizzabile.
“La situazione in Yemen oggi è terribile. La città di Aden è stata praticamente rasa al suolo nel giro di due settimane. Manca tutto: acqua, cibo, corrente elettrica. Ma soprattutto manca l’assistenza umanitaria: MSF è praticamente l’unica organizzazione che ancora lavora ad Aden ma la nostra è una goccia nel mare”, racconta Teresa Graceffa, infermiera appena rientrata dallo Yemen.
La fine dei bombardamenti e dei combattimenti potrebbe garantire un accesso maggiore alle popolazioni colpite dal conflitto e permetterebbe ai feriti di ricevere le cure di cui hanno bisogno ma sarebbe soltanto una risposta parziale alle terribili e crescenti esigenze dei civili in Yemen. Il conflitto ha causato enormi devastazioni e ha danneggiato aeroporti, porti, strade e altre infrastrutture di vitale importanza. Il blocco delle importazioni da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, che include cibo e carburante, sta contribuendo a peggiorare la situazione.
“MSF reitera la necessità di sospendere immediatamente l’embargo. Beni come il carburante sono essenziali per la sopravvivenza. In Yemen, è particolarmente importante per garantire la fornitura di acqua”, aggiunge Stefano Zannini. “Nell’immediato un cessate il fuoco è indispensabile per facilitare la fornitura di assistenza umanitaria e un maggiore accesso alle strutture sanitarie”.
In Yemen, MSF presta assistenza medica nei governatorati di Aden, Sana'a, Al-Dhale', Amran, Sa'ada, Taiz, and Hajjah.