Chi?inau (MD) – Intensa giornata di incontri per il presidente nazionale
delle Acli, Gianni Bottalico nel quadro del suo secondo viaggio in
Moldova. Nella capitale Chi?inau stamane si è incontrato con il Ministro
del Lavoro e della Previdenza Sociale on. Ruxanda Glavan, accompagnata
dal suo Viceministro. Il tema di maggior dibattito è stato il silenzio
italiano sulla sottoscrizione bilaterale tra Repubblica Italiana e
Repubblica Moldova in materia di previdenza sociale. Le Autorità moldove
fanno fatica a capire le attese ed i silenzi delle Istituzioni
Italiane, in particolare del Parlamento, su questo tema. Il Presidente
Bottalico ha assicurato che le Acli organizzeranno un incontro tra
personaggi significativi del Governo e del Parlamento italiano ed i loro
corrispondenti moldovi per far comprendere che quella convenzione non
solo non è un pericolo per i conti pubblici italiani ma è un
investimento nelle relazioni complessive tra due Paesi, che comprendono
settori di grande attenzione per la nostra economia, quale
l'industrializzazione agricola, la migrazione nel settore del lavoro di
cura, gli investimenti industriali della pmi italiana in Moldova. Sia il
Ministro moldavo che il Presidente Bottalico hanno deciso di
collaborare nello spirito di assicurare, assieme, la tutela e lo
sviluppo dei diritti dei lavoratori qualunque sia la loro origine ed il
loro passaporto. Successivamente, in due distinti incontri, il
Presidente Bottalico, accompagnato dal Vicepresidente delegato del
Patronato Acli Fabrizio Benvignati, ha incontrato alcuni significativi
personaggi della scena politica moldova.
Il presidente delle Acli ha dovuto constatare un graduale decadimento
dell'interesse dell'Unione Europea e delle sue Istituzioni nel dialogo
con la Repubblica Moldova, fatto di cessazione di piani e progetti di
investimento e di chiusura di linee di finanziamento. Questo è dovuto
anche all'attenzione che l'Unione Europea ormai dedica in maniera
preponderante alle vicende geopolitiche della vicina Ucraina. Questo
calo di interesse, ha commentato Bottalico “da una parte è
rappresentativo delle debolezze dell'Unione Europea, attanagliata da
problemi interni e da pressioni esterne che la fanno disattendere dal
seguire alcuni processi politici che avvengono alle sue porte e la cui
portata non è proporzionale alle dimensioni delle nazioni che ne sono
interessate" ma, in termini più forti: "è un errore strategico: l'Europa
non deve dimenticare la Moldova, perché l'opinione pubblica moldova
giudicherà quali contesti geopolitici saranno in grado di assicurare
continuità e stabilità al dialogo internazionale con essa. Difficilmente
l'Unione Europea potrà giocare un ruolo da protagonista su scala
globale, se prima non riesce a dare continuità ad una sua politica nei
confronti di nazioni che dai nostri territori si raggiungono in auto con
qualche ora di viaggio, è un segnale di debolezza estremamente profonda
nel rappresentare il ruolo della UE, come se gli Usa si
disinteressassero al Messico o la Russia all'Uzbekistan, quindi le Acli
lavoreranno perché l'Europa non dimentichi la Moldova e perché il suo
ruolo rispetto a queste nazioni poco al di là dei suoi confini non sia
un impegno episodico, o per piantare bandierine di sfere di influenza,
ma sia un sincero modo per dimostrare una cura intelligente delle
relazioni di prossimità ed anche un modo per dialogare con altre realtà
geopolitiche sommando i contributi a favore di una nazione che ha tutte
le potenzialità per essere terra di sviluppo ma anche di dialogo reale e
costruttivo tra varie culture".
Una giornata proficua purtroppo funestata da una grave notizia durante
gli incontri programmati, la morte delle madre di Don Cesare Lodeserto,
che con la sua Fondazione Regina Pacis ha aiutato il Patronato Acli a
stabilirsi in Moldova, e che ha privato la delegazioni di un confronto
con Don Cesare sui temi più diretti di impegno a favore delle fasce
deboli della popolazione Moldova su cui opera la Fondazione Regina
Pacis. A Don Cesare Lodeserto le Acli esprimono le più sentite
condoglianze e la vicinanza in questo difficile momento.