MSF ha ripetutamente lanciato l'allarme all’OMS sulla risposta globale all’Ebola ed è stata interpellata dal Comitato di valutazione. Dalla relazione, emergono diversi punti di forza che riflettono molte delle preoccupazioni della stessa MSF, ma la vera questione rimane: come si traduce tutto questo in azioni concrete per le future epidemie e cosa faranno gli Stati membri per assicurarsi che ciò accada?

Abbiamo letto tanti rapporti che chiedono di introdurre dei cambiamenti e tutti sono concentrati su come migliorare la risposta per il futuro, ma, nel frattempo, con 20-25 nuovi casi di Ebola a settimana nella regione, ancora non riusciamo a controllare questa epidemia. Su Ebola, siamo passati dall'indifferenza globale, alla paura globale, poi alla risposta globale e ora alla fatica globale. Ma il lavoro va portato a termine.

Fortunatamente, la relazione fa sua l'idea di creare un livello intermedio di allerta, prima di arrivare a dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Rimane però il fatto che l'innesco di una risposta internazionale dovrebbero essere le esigenze di salute delle persone colpite, e non il livello di rischio per la sicurezza percepito da altri paesi.

Un’importante pietra miliare nella relazione è il riconoscimento della necessità di un coinvolgimento delle comunità. Accogliamo con favore anche l'accento posto sulla ricerca e sviluppo e sulla necessità di flessibilità, in caso di emergenza, sugli accordi commerciali e l'utilizzo di nuovi farmaci, strumenti diagnostici e vaccini, al fine di garantire i trattamenti ai pazienti.
La relazione chiede un cambiamento organizzativo all'interno dell'OMS e la creazione di un Centro per la preparazione e risposta alle emergenze ma i paesi devono spingere per un cambiamento reale, di tipo culturale, che vada oltre la semplice creazione dell’ennesimo dipartimento di risposta alle emergenze. Si può costruire un pronto soccorso, ma se non si dispone di un medico urgentista non potrà funzionare con, ad esempio, un reumatologo: se manca la cultura dell’emergenza all'interno dell'OMS, questa proposta non sarà risolutiva. Devono dimostrare che c’è la volontà politica di cambiare radicalmente approccio, affinché pazienti e operatori sanitari ne beneficino realmente.

Dott.ssa Joanne Liu, presidente internazionale di MSF

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