All’inizio del nuovo
millennio, i leader del mondo si sono riuniti alle Nazioni Unite (ONU)
per mettere a punto un programma di ampio respiro per combattere la
povertà nelle sue molteplici dimensioni. Quel progetto, declinato in
otto obiettivi conosciuti come Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG),
ha rappresentato l’impegno a sostenere e promuovere i principi della
dignità umana, dell’eguaglianza e dell’equità, e a liberare il mondo
dalla povertà estrema.
Eradicare la fame e la povertà estrema
Nell’anno in
cui gli MDG si avviano a concludere il loro percorso, il mondo guarda
ai risultati raggiunti. Il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio
(MDG1) (link PDF)
si proponeva di eradicare la fame e la povertà estrema. Uno dei target
di questo obiettivo mirava a dimezzare, tra il 1990 e il 2015, la
percentuale di persone che soffre la fame.
Oggi guardiamo a quanto è stato ottenuto nel raggiungimento dell’obiettivo.
Quali i progressi finora compiuti?
I
risultati del rapporto 2015 sugli MDG rilevano che gli MDG hanno dato
vita al movimento contro la povertà più efficace della storia, con il
risultato di sottrarre oltre 200 milioni di persone alla fame dal 1990.
Il rapporto MDG dimostra che stabilire degli obiettivi può riscattare da
fame e povertà milioni di persone. A conferma di ciò, ecco i risultati e
i progressi significativi ottenuti dal MDG1 :
• Il numero di
persone che vive in povertà estrema si è ridotto di oltre la metà, da
1,9 miliardi nel 1990 a 836 milioni nel 2015
• La proporzione di
persone che soffre di denutrizione nei paesi in via di sviluppo si è
quasi dimezzata, dal 23,3 per cento nel 1990-92 al 12,9 per cento nel
2014-16.
• Il numero di persone denutrite nei paesi in via di sviluppo si è ridotto di 216 milioni dal 1990
•
Un bambino al di sotto dei cinque anni su quattro soffre di deficit
complessivo nella crescita. Tuttavia il deficit di sviluppo – definito
da un’altezza inadeguata rispetto all’età – è in declino
• I
bambini appartenenti al 20 per cento più povero dei nuclei familiari
hanno quasi il doppio della probabilità di soffrire di deficit di
sviluppo rispetto ai bambini appartenenti al 20 per cento più ricco
•
La proporzione di bambini sotto peso al di sotto dei cinque anni si è
ridotta di quasi la metà tra il 1990 e il 2015. Ciononostante, uno su
sette nel mondo rimane sottopeso
Qual è il ruolo del WFP ?
Il
Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha sostenuto i progressi verso il
raggiungimento del target sotto il primo Obiettivo di Sviluppo del
Millennio (MDG1), attraverso diversi programmi, specificamente mirati
agli obiettivi contemplati – i primi 1.000 giorni di vita, la nutrizione
materna e infantile, l’alimentazione scolastica e le iniziative
dedicate alle donne.
Mentre il rapporto sottolinea i risultati
significativi per il MDG1, ancora molto resta da fare per eradicare la
fame. Una persona su nove ancora non ha cibo a sufficienza nel mondo,
dove i conflitti rimangono la causa principale della fame e della
povertà. La risoluzione dei conflitti rappresenterebbe la maniera più
efficiente di aiutare milioni di civili che hanno abbandonato le loro
case e perduto i loro mezzi di sussistenza. E’ necessario fare di più
per garantire che i più poveri e vulnerabili non vengano lasciati
indietro.
Verso la nuova agenda dello sviluppo
Nel 2015, dopo uno sforzo lungo 15 anni per raggiungere gli obiettivi programmatici stabiliti nella
Dichiarazione del Millennio, l’ONU sta lavorando assieme a governi, società civile e altri partner per dar seguito agli MDG con una nuova ambiziosa
agenda dello sviluppo sostenibile
a lungo termine. Il mondo dispone degli strumenti e delle conoscenze
per eliminare la fame, e il WFP sollecita la comunità globale perché
continui a lavorare per un mondo a
Fame Zero – un mondo dove ognuno