Le storiche sei casette di Dall'Oca in gestione a chi si occupa degli altri Centinaia di cittadini si sono presentati all'inaugurazione della prima cittadella delle associazioni, nata in Borgo Nuovo dalla riqualificazione delle sei storiche casette del Villaggio dell'Oca Bianca. Un intervento privo di colori politici, ma nato dalla stretta collaborazione tra gli enti a partire dal più piccolo come la terza Circoscrizione, il Comune, l'Agec e la Regione. Non a caso alla festa inaugurale erano presenti i massimi esponenti della politica di casa sia di destra che di sinistra. Tutti uniti in questo particolare giorno che ha visto per la prima volta le tredici associazioni operanti sul quartiere e non solo, aprire le loro sedi al primo cittadino Paolo Zanotto e all'assessore regionale per le opere pubbliche Massimo Giorgetti (An), che insieme hanno tagliato il nastro accompagnati dal canto del coro della chiesa parrocchiale del borgo e dalla benedizione di don Giorgio Marchesini, che ha ricordato come «queste casette sono il segno di una storia passata e vicina, segni dell'attenzione dei governanti ai bisogni del popolo». «E' il caso di dire che questa oggi è una città che rinasce», ha affermato Zanotto auspicando una continuità di programma di lavoro tra le diverse istituzioni, «perché insieme si può fare meglio». Anche Giorgetti ha evidenziato questo aspetto, per poi sottolineare come «questa realizzazione ha portato dignità non solo al quartiere, ma ha fatto sì che le istituzioni si unissero per il bene di tutti». Non sono mancate da parte di Giorgetti le battute scherzose rivolte agli «amici della parte avversa», come all'assessore comunale per le politiche delle periferie Ivan Zerbato. «E' un sogno» che si realizza, ha affermato nel suo breve discorso, che con lui ha per anni battagliato per la riqualificazione di questo quartiere sorto nel 1930. «Un grazie sincero per aver creduto nelle nostre capacità», è arrivato da Patrizia Bravo presidente dell'Agec, mentre una velata emozione è invece apparsa sul volto della vicepresidente Elena Traverso dopo aver ricevuto i ringraziamenti di Anna Foresti, consigliere Agec preposto alle associazioni. «Il mio bel villaggio» così lo definiva il suo benefattore Angelo Dall'Oca Bianca che nel 1937 grazie ala vendita di una sua opera tamponò quella che era una situazione di emergenza. Il piano regolatore di quegli anni infatti prevedeva che gli edifici " popolarissimi", così venivano definiti, venissero edificati ai margini del centro urbano proprio perché l'idea del tempo era quella di allontanare le classi sociali più basse, lasciando il centro storico o quartieri più in vista a rappresentanza di una "città civile e signorile". Nel villaggio quindi vennero ad insidiarsi persone prive di qualsiasi mezzo di sostentamento provenienti dalla baracche sorte lungo i bastioni della città. In molti casi si trattava di operai, molti immigrati meridionali. Bisogna aspettare gli anni Ottanta perché l'amministrazione comunale rivolga un'attenzione particolare verso il Borgo Nuovo. Fu proprio in quegli anni che il consiglio comunale individuò delle aree dove era evidente recuperare il patrimonio edilizio ed urbanistico. Nel 1995, con Giorgetti presidente di Agec vennero approvati dal consiglio dell'azienda comunale gli atti per la localizzazione di questo programma urbano. Successivamente la Regione pubblicò un bando di concorso per l'individuazione dei soggetti attuatori. Oggi grazie ai contratti di quartiere 1 e 2 e «all'attuale amministrazione comunale e all'azienda incaricata della gestione degli edifici comunali, ossia l'Agec», evidenzia Bravo, nati per riqualificare e rendere le aree periferiche con una vita sociale più attiva e partecipata ma non distaccata dal centro, le sei casette comprese tra le vie Selinunte, Enna e Gela sono state completamente ristrutturate mantenendone solo i muri perimetrali. La dove c'erano gli orti e baracche con coperture in eternit, ora c'è un parco pubblico con giochi per bambini. "Dolce sto cantonsin al ciaro de luna coccolado intorno da tanta luce e palassoni", recita una poesia scritta giusto per l'occasione da Germana Marchiotto Lugoboni, poetessa e residente al Villaggio da ben trent'anni che sembra a tutti il miglior augurio per quello che è lo slogan di tutte le associazioni che qui vi operano "Borgo si diventa". Anna Zegarelli L' Arena, 23 gennaio 2005

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