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di Cristiana Guccinelli
Alcuni mesi fa l’istituto
Ipsos Mori ha pubblicato una ricerca su 14 Paesi europei volta a misurare la distanza fra la realtà e la percezione di alcuni fra i temi sociali più scottanti. Come dire che si è andati a valutare il tasso di ignoranza delle popolazioni. E l’Italia si è aggiudicata la testa della classifica.
Sull’argomento immigrazione i risultati consegnano alla politica e ai media una responsabilità importante. Consegnano loro il problema dell’alto tasso di disinformazione degli italiani.
Due grandi stereotipi popolano la nostra attualità e ci distolgono dal vero: il primo, che l’Italia sia un Paese piccolo per il quale è impossibile sopportare un’immigrazione tanto grande; il secondo, che gli altri Paesi europei accolgano molte meno persone di noi.
Prima di tutto un po’ di numeri, come giustamente ci ricorda
Riccardo Bonacina, “i paesi dell’Europa centro-settentrionale, per non dire della Turchia, accolgono molti più rifugiati di noi: nel 2013, al netto delle nuove domande, 232mila in Francia, 190mila in Germania, 126mila nel Regno Unito, 114mila in Svezia, contro 78mila dell’Italia. Se poi allarghiamo lo sguardo, scopriamo che la Turchia, che accoglieva 600mila rifugiati nel 2013, ora ne dichiara oltre un milione; il Libano (un Paese da 4,5 milioni di abitanti!) ne ospita quasi 2milioni, quasi un profugo ogni 2 abitanti. L’Italia, per avere il senso delle proporzioni, ne ospita poco più di 1 ogni mille abitanti, la Svezia 9, Malta 23”.
In Italia l’immigrazione è al 7%; in Germania ed Inghilterra al 13%; in Spagna al 12%; in Svezia al 16%. Ma sia gli italiani al di sotto dei 35 anni che le fasce di popolazione a basso reddito credono che l’immigrazione in questo paese oscilli fra il 31% ed il 39%. La percentuale si abbassa fra le persone scolarizzate ed arriva ad attestarsi su un intervallo fra il 17% ed il 27%. Ancora parecchio distante dalla realtà.
Metà degli italiani sembra non sapere chi sono i rifugiati e cosa sia il diritto d’asilo. Il dibattito sull’immigrazione riempie i mezzi di informazione ma non colma l’ignoranza di questo Paese. Eppure non mancano dati, numeri, storie e fonti che consentano una rappresentazione reale del cosiddetto fenomeno immigrazione.
D’altra parte una giusta percezione della presenza dei migranti nelle nostre città non è solo una questione di comunicazione. E’ una questione che ha molto a che fare con le politiche di accoglienza e integrazione che ogni giorno mettiamo in campo, a livello locale e nazionale. Quando queste politiche sono efficaci sono in grado di cambiare stereotipi e pregiudizi e ci possono aiutare a pensare l’immigrazione non come una minaccia ma come una risorsa.