La favola del libero mercato e dell’efficienza è ciò che si racconta all’opinione pubblica sperando si digerisca la bufala del TTIP. (Scopri di più su: http://felicita-sostenibile.blogautore.repubblica.it/2015/06/22/perche-il-ttip-e-molto-peggio-della-corazzata-potiemkin/)

di Leonardo Becchetti

Per fortuna non tutti abbiamo l’anello al naso. Tra la preoccupazione per le povere imprese transnazionali vessate dagli stati e quella del rischio di una maggiore irresponsabilità sociale ed ambientale delle prime pagata dai cittadini non c’è dubbio che siamo più preoccupati della seconda che della prima cosa. La globalizzazione è un immenso cortile dove le imprese transnazionali più grandi degli stati la fanno da padroni fingendo di produrre dove pagano meno tasse, trovando sempre il paradiso fiscale più adatto e mettendo in concorrenza i paesi in una corsa al ribasso sulla tutela del lavoro e dell’ambiente. Per questi motivi non c’è alcun bisogno di squilibrare ancora di più i rapporti di forza a favore delle imprese multinazionali.

Il punto più controverso del TTIP è l’affidamento delle controversie ad un tribunale arbitrale internazionale (l’ICSDS) dove per gli stati sarà molto più difficile far valere i principi della difesa della salute, dell’ambiente, della tutela del lavoro. I tribunali arbitrali internazionali sono in fatti quei luoghi dove la Vattenfall ha chiesto alla Germania 4 miliardi di euro di risarcimento per aver abbandonato l’energia nucleare, dove la Veolia ha chiesto allo stato egiziano di risarcirla per l’aumento del salario minimo nel paese che ha indebitamente ridotto i suoi margini di profitto. E dove l’Uruguay è stato citato per danni dalla Philipp Morris per la pubblicità antifumo e per il divieto delle sigarette ai minori di 18 anni.

Tagliando corto il nobel Stiglitz nel suo discorso al parlamento italiano ha detto ai presenti che con il TTIP dovranno rinunciare al diritto di difendere i loro cittadini.

E i vantaggi, le magnifiche sorti progressive che scaturirebbero da quest’accordo? Qualche decimo in più di PIL e più efficienza. E’ come se le imprese che producono fuoristrada ottenessero il diritto di scrivere le regole del codice della strada. Dicendo a chi si oppone che sicuramente aumenterà la velocità media (l’efficienza appunto). Peccato che le regole del codice della strada non hanno come unico obiettivo quello di aumentare la velocità ma anche quello di assicurare un traffico ordinato e la minimizzazione degli incidenti.

Altri dicono che il TTIP favorirà il libero mercato. Il libero mercato è quello in cui cittadini consapevoli ed informati votano col portafoglio scegliendo le loro aziende preferite sulla base di una vasta piattaforma di informazioni, inclusa quella sul luogo di origine dei prodotti. Stranamente però i difensori del libero mercato che in realtà difendono i profitti degli oligopoli si battono contro l’aumento della qualità delle informazioni.

Conosciamo la famosa esclamazione di Fantozzi alla fine della proiezione della corazzata Potiemkin. Il TTIP è molto peggio e dobbiamo fermarlo.

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