Pubblicata la prima enciclica sull’ambiente in tutta la storia della Chiesa. Il Pontefice: «c’è una relazione intima tra i poveri e la fragilità del pianeta». (See more at: http://www.greenreport.it/leditoriale/laudato-si-lecologia-integrale-di-papa-francesco-che-non-ha-bisogno-di-eroi/#sthash.VMOm4BGe.dpuf)

di Luca Aterini

La sintesi dell’enciclica Laudato si’, sulla cura della casa comune, firmata da papa Francesco, sta tutta nelle poche parole che il Pontefice ha affidato al suo profilo Twitter: «C’è una relazione intima tra i poveri e la fragilità del pianeta». Per chi mastica di sostenibilità sociale, ambientale ed economica potrà sembrare un pensiero quasi scontato, ma il soggetto e il contesto da cui si è sviluppato lo trasformano in dinamite pura per l’opinione pubblica mondiale.

«Non c’era mai stata fino ad ora un’intensa e prolungata attesa di un singolo documento – ha dichiarato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi – L’umanità ha dimostrato di aver desiderato questo documento». E il documento (in allegato in coda all’articolo, ndr) è arrivato, col suo carico di primati. È la prima enciclica scritta interamente da papa Francesco e, cosa più rilevante, la prima in oltre duemila anni di storia cristiana ad essere dedicata alla cura della casa comune, ovvero quel suffisso eco (dal greco oikos, “casa”) che è tutta la Terra. Sulla portata di questa svolta si è diffusamente speso lo storico dell’ambiente Luigi Piccioni, ma sarà ancora più interessante osservare le reazioni che susciterà (o meno) nell’immediato futuro.

Chi verrà a cercare in queste duecento pagine una soluzione puntuale alla valanga di problemi che lega tra loro la sostenibilità sociale a quella ambientale ed economica rimarrà deluso. Papa Francesco non veste i panni dello scienziato, o ancor più del politico, anche se ogni parola è accuratamente pesata: si parla di «accettare una certa decrescita», senza perdersi in assolutismi, e si incoraggia «un modello circolare di produzione» senza cadere in attacchi qualunquistici al capitalismo (mai citato nel testo dell’enciclica). L’intero documento si erge però a difesa totale di «qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente», che rimanga «indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta». Chiede impegno per «un’ecologia integrale», ma senza integralismi.

Il Papa rompe anche con una parte della tradizione cattolica, affermando che «nel mondo ci sono cibo e risorse per tutti, basta dividerle», sottolineando che la condivisione deve avvenire secondo equità e giustizia e puntando a mantenere intatti i benefici e la bellezza del creato, sottintendendo che questo è nelle mani dei poveri e non dei “ricchi” che lo hanno sperperato. Anche la stessa mancanza di richiami al capitalismo non è certo la sottovalutazione di quello che Bergoglio ha sempre definito un sistema insostenibile: semmai marca una lontananza che indica un’altra direzione, che ben si intravede nella Laudato si’.

L’enciclica Laudato si’ investe la sostenibilità come la missione da compiere per l’umanità del XXI secolo, e trasuda di forza morale, quella di papa Francesco. Oggi il suo profilo è diventato quello di un simbolo, che surclassa in appeal quello di qualunque altro leader occidentale. Nel bene e nel male, le forze progressiste che ancora oggi ha senso definire di sinistra, si trovano di fronte non un leader politico ma un pontefice. Un paradosso impensabile fino a non molto tempo fa, ma nell’interregno che ci è dato di vivere capita anche questo.

Sarebbe però un errore sottovalutare la spinta di Bergoglio. Nel Primo Mondo l’attaccamento alla fede è in costante declino da anni, ma secondo autorevoli sondaggi l’approccio di papa Francesco sta comunque aiutando i cattolici a concentrarsi sulle questioni ambientali. I cristiani nel mondo rimangono 2,1 miliardi, il 31% della popolazione mondiale, e lo rimarranno anche in un mondo dove le anime continuano a crescere. Secondo il Pew Research Center saranno 2,9 miliardi nel 2050, poco sopra la popolazione musulmana. Si tratta di pubblico enorme, la cui opinione è e sarà decisiva nel produrre posizioni politiche, auspicalmente in favore della sostenibilità. Dopo l’enciclica di papa Francesco, è questo il cambiamento più importante e più difficile da intraprendere: prima ancora che di singoli eroi, un mondo sostenibile ha bisogno di consapevolezza e responsabilità da parte di tutti.

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