"Contro la fame ancora troppa retorica, necessario un approccio integrato": Hilal Elver (Onu) al convegno di Aggiornamenti Sociali in Expo. (Scopri di più su: http://www.aggiornamentisociali.it/easyne2/LYT.aspx?Code=AGSO&IDLYT=769&ST=SQL&SQL=ID_Documento%3D12743)

Si è svolta sabato nella sede dell'Expo di Milano, la tavola rotonda promossa da Aggiornamenti Sociali, in partnership con Caritas, Fondazione Lanza e WeWorld, esito finale del percorso iniziato con i seminari svoltisi nell'autunno 2014.

«C'è oggi una connessione molto stretta tra il cambiamento climatico e la tutela dei diritti umani. Purtroppo però vige ancora nel diritto internazionale un approccio settoriale che dobbiamo superare se vogliamo affrontare le sfide che abbiamo davanti»: sono parole dell'ospite di eccezione della tavola rotonda, Hilal Elver, relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto al cibo

«Il diritto al cibo è stato riconosciuto per la prima volta nel 1948 dall'Onu con la Dichiarazione universale dei diritti umani ed è oggi ribadito in molte leggi nazionali - ha proseguito la Elver -. Tuttavia ancora 2 miliardi di persone soffrono di malnutrizione. Oggi più che mai è necessario un approccio interdisciplinare, superando la retorica e adottando le soluzioni che conosciamo. Fondamentale è la spinta dell'opinione pubblica perché si orientino i governi nelle giusta direzione».

Con Hilal Elver sono intervenuti Grammenos Mastrojeni, diplomatico e collaboratore del Climate Reality Project fondato da Al Gore, e Marco Aime, antropologo. Il primo ha ricordato che «166 conflitti nel mondo hanno alla loro origine problematiche sociali e ambientali, a loro volta spesso collegate a carenze alimentari. Le stesse primavere arabe sono state precedute da quattro anni di rivolte per il pane. La Siria prima della guerra ha conosciuto anni di siccità mai vista prima, con conseguenti migrazioni dalle campagne alle città. Il cambiamento climatico ha gettato nella miseria i contadini in Ciad dove ore prospera Boko Haram. Noi abbiamo sempre in mente gli obiettivi di crescita e sviluppo, ma mai quello dell'equilibrio. Invece, pace, ambiente, sviluppo e diritti sono elementi che devono stare in equilibrio per assicurare un'equa distribuzione delle risorse. Altrimenti povertà e malcontento sociale porteranno a guerre e distruzione, come già successo in passato e come sta accadendo oggi in tante aree del mondo».

Aime ha invece offerto al pubblico una serie di riflessioni sugli aspetti culturali e antropologici del cibo, del mangiare insieme, del valore identitario che ogni piatto e ricetta porta con sé.

La tavola rotonda è stata preceduta dalla presentazione del volume "Nutrire il pianeta? Per un'alimentazione giusta, sostenibile, conviviale" (Bruno Mondadori 2015), frutto della selezione di oltre 100 contributi provenienti non solo dal mondo accademico ma anche dalla società civile. Si tratta dei paper presentati nei tre seminari realizzati a Milano e Padova nel 2014.

Sono intervenuti tre degli autori, coordinati da Chiara Tintori, di Aggiornamenti Sociali (curatrice del volume insieme a Matteo Mascia, della Fondazione Lanza): Marta Antonelli, ricercatrice all'Università IUAV di Venezia, che ha approfondito il tema del land grabbing, causa di squilibri globali nell'accesso al cibo; Giorgio Osti, professore di sociologia dell'ambiente e del territorio all'Università di Trieste, che ha insistito sulla necessità di migliorare la qualità dei mediatori tra produttori e consumatori nei Paesi del Sud del mondo; Gaia De Vecchi, insegnante di teologia, che approfondito la dimensione spirituale dell'alimentazione, perché «il cibo non nutre solo il corpo, ma anche la fame di intelligenza».

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