Politiche internazionali: per l'UISP "l'accoglienza è un dovere che restituisce dignità a persone che scappano da guerre e dittature". Parla C. Balestri.
Elena Fiorani
Sul tema dei migranti si gioca il dibattito politico degli ultimi mesi e, di conseguenza, il ruolo dell’opinione pubblica che trasforma i pensieri in voti. Nei giorni scorsi ha fatto molto discutere la lettera che il governatore della regione Lombardia Maroni ha inviato ai prefetti, chiedendo di sospendere l’accoglienza di richiedenti asilo disposta dal Governo. Una proposta provocatoria e senza un reale riscontro con la realtà, che oltretutto va oltre le competenze delle regioni: simili decisioni infatti sono di competenza del ministero dell’Interno e del governo. La questione tuttavia rinfocola il dibattito su un tema sempre più caldo, mentre in queste ore altri seimila profughi e richiedenti asilo sono arrivati nel nostro paese dalla Libia. (Per approfondire suggeriamo la lettura dell’
editoriale del Giornale Radio Sociale).
Abbiamo chiesto a Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp, di commentare gli eventi di questi ultimi giorni: “È sempre difficile entrare in una polemica strumentale come questa: alcuni partiti e personaggi politici hanno fatto campagne elettorali su questo. In questo periodo l’Italia nuota nel facile populismo e alcuni hanno deciso di fondare il proprio bacino elettorale sulle paure della gente, identificando il male con il migrante che ruba lavoro, casa e fortuna agli italiani. Siamo di fronte ad una pericolosa deriva di carattere razzista, che non viene più da piazze o bar, ma da coloro che sono a capo di alcune tra le regioni più importanti d’Italia”.
“Le persone che arrivano in Italia scappano da zone di guerre o da dittature, l’accoglienza restituisce loro la dignità di persona, che non deve mai essere cancellata – continua Carlo Balestri - Non dimentichiamo, inoltre, che spesso ci sono interessi occidentali dietro queste drammatiche vicende, di cui quindi in maniera indiretta siamo anche responsabili, non si può scegliere di girarsi dall’altra parte e fare finta che non sia così. La maggior parte di rifugiati e richiedenti asilo non pensa all’Italia come approdo definitivo, ma solo come tappa di un viaggio verso altri paesi europei”.
Quale potrebbe essere un modo nuovo ed efficace di affrontare il fenomeno?
“Bisognerebbe creare un sistema solidale e solidaristico in Italia, cercando soluzioni più eque che coinvolgano l’Europa. L’affondamento dei barconi o i respingimenti sono soluzioni estremamente anacronistiche, è necessario riportare condizioni politico-sociali equilibrate nei paesi di partenza di questi viaggi della disperazione, la Libia in primis, e in altri paesi i cui Governi non sono considerati interlocutori validi, provocando ritorsioni. Se ci fossero accordi che coinvolgono anche i paesi di partenza – conclude Balestri - per la selezione di chi ha diritto a chiedere asilo e per la concessione di situazioni dignitose per tutti, si potrebbe almeno evitare parte della fatica e del dolore che queste persone vivono ora. Nella storia i flussi migratori non sono mai stati controllabili, ma investendo in solidarietà in Italia e in Europa si potrebbe spendere meno e in maniera più equa".