Roma. L’assemblea di ieri del Forum Nazionale del Terzo Settore è stata l’occasione per riflettere sulle nuove vicende di “Mafia capitale” e sullo sfruttamento delle persone maggiormente discriminate, a partire dai migranti, che risultano essere i più penalizzati.
L’assemblea del Forum – in rappresentanza delle sue 73 reti nazionali associate, alle quali proprio oggi se ne sono aggiunte altre due (Aig e Amesci), e dei Forum regionali – nell’esprimere la propria indignazione, rabbia ed amarezza, ha condiviso la necessità di avviare una riflessione che interroghi il terzo settore sui rischi di criticità in tema di legalità. Si è voluto quindi denunciare e condannare con estrema forza i due fenomeni della corruzione e della mafia, sempre più spesso combinati tra loro e che, rafforzandosi l’un l’altro, rischiano di vanificare l’impegno e gli sforzi che tante organizzazioni e persone portano avanti con senso di responsabilità a favore delle persone più fragili.
I recenti fatti di Roma hanno dimostrato come anche il terzo settore, con gli importanti numeri che muove, non sia immune da tali fenomeni, ma anzi alimenti interessi sempre crescenti. C’è stata quindi una condanna corale dell’operato di quelle realtà che si rendono responsabili di azioni che tradiscono il senso e lo spirito stesso del terzo settore. Allo stesso tempo non è accettabile l’idea che si getti fango e si colpevolizzi un intero mondo che, ormai sappiamo bene, è costituito da quasi 5 milioni di volontari, 1 milione di occupati e oltre 300.000 organizzazioni che operano con onestà e spesso in silenzio prendendosi cura delle persone o dei beni comuni del nostro Paese. L’operato criminale di pochi non può e non deve andare a danno di tutte queste realtà.
E’ doveroso intraprendere una battaglia per la legalità e la trasparenza, che deve essere prima di tutto una battaglia sul piano culturale e che, a cominciare dal proprio interno, porti a migliorare gli strumenti di vigilanza e monitoraggio, con la capacità di assumere i provvedimenti del caso in situazioni di criticità. La partecipazione, la democrazia e il controllo della base sociale delle organizzazioni sull’operato di dirigenti e amministratori sono un antidoto contro pratiche illegali.
La Riforma del Terzo Settore, in discussione al Senato, è occasione per ribadire la necessità dell’istituzione di una Agenzia/Authority per il terzo settore che, in modo competente e strutturale, indipendente e partecipato, svolga azioni di monitoraggio e controllo.
L’impegno preso è quello di adottare, per primi, un codice di autoregolamentazione e controllo a tutela della trasparenza, legalità e rispetto dell’operato delle associazioni e nei confronti delle persone.
“L’interesse verso le persone e gli esseri umani deve essere l’interesse superiore che guida il nostro agire. Ribadiamo la nostra piena vicinanza a tutti quei migranti che rischiano di essere i più penalizzati da queste vicende.” Così il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri.
L’Assemblea del Forum Nazionale del Terzo Settore ha in conclusione ribadito la necessità di un impegno comune, in particolare degli organismi di rappresentanza e delle grandi reti del terzo settore, ad adottare misure efficaci e dispositivi sanzionatori per contrastare adeguatamente questi fenomeni e salvaguardare l’identità e i valori del terzo settore, garantendo il suo pieno impegno per l’individuazione e la promozione di codici di condotta e degli strumenti più mirati.