La storia delle prima impresa di comunità a Londra. (Scopri di più su: http://www.labsus.org/2015/06/diario-da-londra-impresa-di-comunita-sotto-al-ponte-la-rinascita-del-quartiere/)

Michele Bianchi

Carissimi lettori, un saluto da Londra. Il viaggio di oggi ci porta nella zona di Notting Hill, divenuta famosa per l’omonimo film del 1999 con Julia Roberts e Hugh Grant. Ogni guida turistica vi consiglierà una visita in questa zona, soprattutto il sabato quando il quartiere è animato dal famoso mercato di Portobello Road. Nei pomeriggi di sole questo posto risplende dei mille colori delle bancarelle dove si può trovare dagli oggetti di antiquariato alle creazioni di piccoli artisti passando per vinili e abbigliamento reggae.

L’atmosfera è molto tranquilla in un borgo dall’aspetto elegante e ben tenuto, un’immagine che contrasta totalmente con quello che era questa zona 60 anni fa.

Notting Hill è ricordata come il luogo in cui si installarono i primi emigranti dai Caraibi negli anni 50, una zona all’epoca molto povera e degradata. In questo contesto di disagio e problemi d’integrazione (nel 1958 vi furono violenti scontri tra i residenti e gruppi di estrema destra) s’inserisce nel 1964 il progetto di creare una autostrada sopraelevata che attraversi il quartiere e che connetta la parte ovest della città con il centro. La reazione dei residenti fu di totale contrarietà, la costruzione dell’autostrada significava maggior traffico, smog e rumore aggravando così la situazione.

Ciò che rende particolare questa storia fu il seguito: l’opposizione dei residenti non impedì la costruzione della sopraelevata, le proteste però portarono alla creazione di un’organizzazione, nel 1971, che raccogliesse il dissenso delle persone e ne fosse portavoce, la North Kensington Amenity Trust. Gli amministratori locali furono, in quell’occasione, molto lungimiranti capendo che non potevano ignorare totalmente le proteste. Decisero quindi di dar vita ad un progetto ambizioso che potesse accontentare le parti: concedere l’uso dei terreni sottostanti l’autostrada all’organizzazione rappresentante del quartiere. E’ così che nacque il primo progetto di impresa di comunità gestore di un bene comune a Londra.

Questa storia riesce a spiegare chiaramente il processo di riforma del welfare state che è poi stato intrapreso in UK. Nel corso degli anni lo stato ha coinvolto sempre più il terzo settore nella gestione dei beni comuni che altrimenti non sarebbe riuscito a mantenere. Sono molti i casi di edifici o terreni pubblici dati in uso a imprese rappresentanti delle comunità locali, fondate col preciso scopo di fornire servizi che rispondano ai bisogni dei residenti locali.

La North Kensington Amenity Trust, che oggi si chiama Westway Trust, ha sfruttato i terreni concessigli per costruire edifici dove oggi offre uffici e spazi commerciali, ospitando ben 145 imprese locali che occupano centinaia di persone. Questo progetto ha permesso di portare un miglioramento nelle condizione del quartiere, oltre che rendere sempre più affascinante il mercato di Portobello Road di cui alcuni spazi sono proprietà del Trust. Questo patrimonio immobiliare ha fruttato molti introiti che sono stati re-investiti negli anni in servizi per il quartiere come: corsi di lingua per stranieri, scuola per adulti che desiderino conseguire il diploma o la laurea, palestre, iniziative culturali e progetti sociali.

Penso che questa storia sia molto affascinante perché dimostra come da una situazione di forte tensione e di protesta si possa giungere a creare un esempio di profondo cambiamento sociale.

Ciò che serve, prima di tutto, è una forte volontà politica nel saper ascoltare le persone e nel voler trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti. Secondo elemento rilevante è il ruolo strategico che possono assumere le organizzazioni del terzo settore in quanto espressione di un determinato quartiere o comunità. Infine il passaggio fondamentale, che è anche la base del mio lavoro di ricerca, consiste nel sottolineare come questo tipo di collaborazione possa portare ad un nuovo modo di gestione dei beni comuni come mezzo di produzione di profitti da re-investire nelle comunità.

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