Sta diventando sempre più serrato il dibattito su impresa sociale e finanza ospitato sulle colonne di quello che possiamo ormai definire l’house organ del settore, ovvero il Fatto Quotidiano. Una serie di articoli inaugurata e, di recente, rilanciata da
Vincenzo Manes, l’imprenditore filantropo incaricato dal Governo di costituire il fondo dei fondi per l’impresa sociale, lo strumento che costituisce, insieme alla nuova normativa, la “seconda gamba” della riforma del comparto. (Scopri di più su:
http://irisnetwork.it/2015/06/manes-impresa-sociale-tornare-a-investire/)
In molti hanno risposto alle analisi di Manes, probabilmente mossi dalla rilevanza del punto di vista e anche dal tono trenchant delle argomentazioni: ad esempio il rifiuto dell’impact investing e, in particolare, del meccanismo di payment by result (con annessa misurazione dell’impatto sociale) e la riproposizione degli elementi fondativi dell’impresa sociale intorno ai due classici vincoli alla distribuzione degli utili (in via prevalente) e all’alienabilità del patrimonio (totale). Una scelta che, secondo Manes, dovrebbe fare da argine a possibili derive (anche a livello normativo) che possano offuscare i confini tra impresa sociale come forma istituzionale sui generis e altri approcci alla produzione di valore sociale la cui origine si colloca al di fuori dell’alveo nonprofit.
Facile, da questo punto di vista, fare la più classica delle domande: voi cosa ne pensate? Ma in una piattaforma come Iris Network, che produce e scambia conoscenza, forse la domanda si potrebbe porre in maniera un po’ più precisa (e impegnativa), ovvero: dove cercare la risposta?
I diversi interventi, infatti, sono accumunati dal tentativo di individuare un nuovo modello di sviluppo per l’impresa sociale, tenendo conto sia degli elementi di vincolo (dai limiti normativi alla crisi economica), sia delle opportunità rappresentate dall’insieme di risorse (non solo economiche) che si stanno catalizzando intorno a questo modello d’impresa.
Proponiamo quindi non la risposta, ma piuttosto un ambito di investigazione dove ri-cercarla, ovvero le strategie e le iniziative di investimento adottate dalle imprese sociali, dalle loro reti e dai loro principali partner. E’ un punto di vista privilegiato per comprendere quante delle proposte scaturite da questo dibattito possono effettivamente rappresentare un importante effetto leva per lo sviluppo, piuttosto che un semplice mantenimento dello status quo o peggio un deterioramento delle condizioni di operatività e di funzionamento dell’imprenditoria sociale italiana. E’ in questo ambito che – come suggeriva Marco Musella all’inaugurazione del Colloquio Scientifico sull’impresa sociale di Reggio Calabria – si dovranno porre nuove domande di ricerca.
Raccogliere esperienze, analizzare modelli di gestione, individuare risorse e persone in grado di gestire iniziative innovative di investimento rappresenta quindi il nuovo progetto di ricerca lanciato da Iris Network e che culminerà nella tredicesima edizione del
Workshop sull’impresa sociale. Il progetto è aperto al contributo di ricercatori e addetti ai lavori anche grazie ad un
nuovo sito che funge da repository e da ispirazione. Mai come in questa fase il contributo conoscitivo di tutti è importante per un confronto se serve duro, ma comunque ancorato ai dati di realtà e alle aspirazioni di chi, concretamente, fa impresa sociale nel nostro Paese.
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