Se la linea del prossimo DPEF deve essere l'equità, come ha dichiarato Romano Prodi dopo l'approvazione in Consiglio dei Ministri, la gratuità dell'adozione internazionale, per AiBi, deve rivestire ruolo fondamentale all'interno delle politiche familiari: devono essere eliminate ancora alcune disparità che fanno considerare oggi l'adozione internazionale più un atto di solidarietà che di vera genitorialità.
"E' l'unico diritto per il quale si deve ancora pagare: il diritto del bambino straniero abbandonato a crescere in una famiglia italiana - ha detto Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini - Malgrado esistano alcune misure di sostegno, oggi chi adotta un bambino straniero non gode delle stesse condizioni di chi è genitore naturale o di chi ha adottato un bambino italiano. Proprio il fatto di dover ancora sostenere alti costi - una media di 10mila euro solo per i costi di procedura - conferma la mancata volontà culturale e politica di considerare uguali tutti i genitori".
L'associazione ha presentato un pacchetto di proposte sulle adozioni internazionali nell'ambito dei provvedimenti destinati alle politiche familiari. "Occorre che le adozioni internazionali escano dalla logica assistenziale, come accade ora con i contributi - precisa Griffini - e entrino a pieno titolo nelle politiche familiari del governo".
Il documento verte su due aspetti: il primo riguarda la gratuità delle adozioni internazionali, da sempre sostenuta da AiBi.
"Chiunque, indipendentemente dal reddito, deve poter adottare un bambino abbandonato in modo gratuito, ovvero è lo Stato a dover sostenere le spese dei servizi, come avviene per la maternità naturale o adottiva nazionale.", ha aggiunto Griffini. Per le spese all'estero (viaggi, traduzioni, interpreti) si propone la creazione di un fondo ad hoc.
Il secondo punto della proposta riguarda la necessità di equiparare i diritti in materia di congedi di maternità, sia per quanto riguarda i congedi obbligatori che per quelli facoltativi.
Se oggi, ad esempio, una mamma gode del periodo di astensione obbligatoria pari a 5 mesi (2+3) una mamma adottiva può usufruire invece solo dei 3 mesi successivi all'arrivo del bambino in Italia, mentre resta non retribuito il periodo di permanenza all'estero prima della sentenza di adozione (periodo del tutto assimilabile a quello della gravidanza).
Infine il diritto alla maternità facoltativa deve essere prevista, secondo AiBi, anche per i genitori che adottano adolescenti di 12 anni o più, minori più bisognosi della vicinanza della famiglia.