È stato scoperto Ambra 1, un nuovo gene che partecipa al controllo del numero di cellule staminali nel cervello e che le aiuta a sopravvivere agli stress richiesti dallo sviluppo embrionale. Per crescere l'embrione ha bisogno che il numero di cellule presenti sia sempre strettamente controllato. Un eccesso di cellule embrionali, o staminali, infatti, così come la loro mancanza, impedisce un corretto sviluppo dell'organismo. E c'è un fenomeno che provoca l'autodistruzione delle cellule staminali in eccesso o sottoposte a stress, attraverso un processo di autocannibalismo tecnicamente chiamato "autofagìa": una cellula divora alcune porzioni di se stessa perché non più necessarie o danneggiate, distruggendole. Si tratta di un fenomeno protettivo molto importante per la cellula, che avviene sia in condizioni fisiologiche, come appunto il normale sviluppo di un embrione, sia in condizioni patologiche, come la neurodegenerazione e il cancro. Se l'autofagia era già nota, nuovo è il suo ruolo cruciale nello sviluppo embrionale e nuovo è anche uno dei protagonisti che controlla tale processo, il gene chiamato Ambra 1. La sua assenza, infatti, provoca la morte dell'embrione a causa di difetti molto gravi, tra cui un'eccessiva morte cellulare e una smisurata crescita del sistema nervoso.
La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature*, è stata coordinata dal professor Francesco Cecconi, dell'Istituto Telethon Dulbecco**, ordinario di Biologia dello Sviluppo all'Università di Roma Tor Vergata, che svolge la sua attività di ricerca presso l'IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma in cui dirige il Laboratorio di Neuroembriologia Molecolare. L'importante lavoro scientifico si è svolto in collaborazione con l'Istituto Lazzaro Spallanzani, sempre di Roma, e l'Istituto Max Planck per la Chimica e la Biofisica di Göttingen (Germania). Lo studio è stato finanziato, oltre che da Telethon, da Lottomatica, Compagnia di San Paolo e Ministero dell'Università e della Ricerca. "Senza autofagìa le cellule perdono il controllo della situazione. Sono stressate e scollegate dall'ambiente circostante, quindi si suicidano in massa", commenta Cecconi, che spiega: "Per una cellula «cannibalizzare» porzioni intere di se stessa la aiuterebbe a riciclare completamente i suoi componenti di base, preparandola a meglio interagire con le cellule circostanti e rallentando la sua proliferazione. Questo avviene nello sviluppo embrionale, ma anche in tessuti adulti, quando le cellule nervose sono sottoposte a stress patologici, a traumi o sono destinate a degenerare come nella malattia di Alzheimer o nella còrea di Huntington. Le nostre scoperte ci fanno anche pensare che difetti dell'autofagìa o mutazioni del gene Ambra 1 possano essere alla base di molti disordini neurodegenerativi e, se così fosse, contrastare tali difetti potrebbe potenzialmente consentire il trattamento di queste malattie.
Il fatto poi che Ambra 1 regoli la proliferazione cellulare lo fa aggiungere alla lista delle molecole rilevanti nelle terapie anti-tumorali".
° Fimia GM et al Nature 2007 June 24 [Epub ahead of print] Roma, 26 giugno 2007
Per ulteriori informazioni: Francesco Cecconi: tel: ;
francesco.cecconi@uniroma2.it**L'Istituto Telethon Dulbecco è un istituto virtuale creato nel 1999 in onore del professor Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina. E' nato allo scopo di frenare la "fuga dei cervelli" e di fornire la possibilità di una carriera indipendente ad eccellenti ricercatori. Il programma, unico nel suo genere in Italia, prende spunto da esperienze analoghe all'estero. Telethon individua, attraverso una rigorosa selezione, gli scienziati più brillanti e promettenti e li premia assegnando loro uno stipendio per 5 anni e fondi per la ricerca. Attualmente sono 24 gli scienziati selezionati, distribuiti in diversi enti sul territorio, che hanno dato vita a gruppi di ricerca, nei quali sono impegnati oltre 130 addetti. L'Istituto Telethon Dulbecco usufruisce del contributo della Compagnia di San Paolo