Juba/Nairobi. L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha dichiarato oggi che l’intensificarsi dei combattimenti in Sud Sudan sta esponendo i civili a una violenza diffusa e sta limitando fortemente l’arrivo degli aiuti necessari.
Il forte aumento di violenza negli stati di Unity, Jonglei e dell'Upper Nile ha portato alla sospensione dei servizi medici, la distruzione delle strutture sanitarie e l'evacuazione del personale medico.
"L’escalation dei combattimenti ha esposto alla violenza le persone nelle aree di conflitto lasciandole senza sufficiente assistenza medica e umanitaria", ha dichiarato Paul Critchley, capo missione di MSF in Sud Sudan. "Tutte le parti in conflitto devono rispettare i civili e le strutture sanitarie al fine di evitare maggiori sofferenze inutili."
Nello stato di Upper Nile, MSF fornisce assistenza medica salvavita alle persone ferite nei violenti combattimenti a Melut, nonostante non sia più possibile far arrivare per via aerea forniture mediche e personale. L’insicurezza permanente impedisce l’atterraggio degli aerei e ha costretto negli ultimi giorni centinaia di persone a cercare rifugio nei campi della “Protezione dei Civili" (PoC) gestito dalle Nazioni Unite. La capacità di MSF di fornire assistenza a chi ha disperato bisogno è ora a rischio se non viene garantito un passaggio sicuro da cui far transitare personale e materiale medico.
A Malakal, MSF sta inoltre curando le persone ferite nei recenti combattimenti, anche se la scorsa settimana gli scontri hanno impedito la fornitura di assistenza medica a circa 30.000 persone che vivono nell’area dei campi della "Protezione dei Civili", dove sono arrivati in moltissimi. La situazione instabile continua ad impedire alle équipe di entrare nella città stessa di Malakal, dove hanno avuto luogo la maggior parte dei combattimenti.
Nello stato di Jonglei, la città di Phom El-Zeraf (New Fangak) è stata la linea del fronte negli ultimi mesi. Martedì, durante un sopralluogo nella zona, un’équipe di MSF ha scoperto che la città era stata effettivamente distrutta: gli alberi, le case e gli edifici scolastici erano rasi al suolo. L'ospedale, una delle principali strutture sanitarie nella parte settentrionale dello stato, era stato demolito. La sua distruzione influisce notevolmente sulle persone che vivono nella zona e che hanno poche possibilità di accesso alle cure mediche.
Nello stato di Unity, MSF è stata costretta ad evacuare il suo ospedale nella città di Leer, il 9 maggio scorso, perché i combattimenti si avvicinavano, e ha lasciato circa 200.000 persone nella zona senza assistenza medica. All'inizio di questa settimana MSF è stata in grado di stabilire un contatto con un impiegato sud sudanese che ha segnalato che si era nascosto insieme a molti altri su un'isola nella palude per evitare gli spari.
"Una granata a razzo è atterrata in acqua accanto a lui, ma per fortuna non è esplosa. Ha trascorso nove ore in acqua. Quando è riuscito a tornare verso l'isola ha dato i corpi di due bambini che aveva recuperato dall'acqua ai loro genitori. Ha detto che una donna del gruppo era stata rapita, e qualcun altro stava cercando il figlio della donna ", ha detto Paul Critchley.
A Bentiu, i combattimenti e l'insicurezza delle ultime settimane hanno costretto MSF a sospendere diverse cliniche mobili nelle zone circostanti. In una zona a Nhialdiu, MSF forniva visite mediche gratuite per centinaia di persone ogni giorno. MSF continua a gestire un ospedale all'interno dei campi della "Protezione dei Civili" dell’ONU a Bentiu che ha visto più di 11.000 nuovi arrivi, di cui la maggior parte donne e bambini.
Molte persone hanno raccontato a MSF la violenza da cui stavano scappando: interi villaggi rasi al suolo; famiglie separate; attentati e omicidi; l’abbandono dei feriti, e la violenza sessuale contro donne e bambini. MSF ha curato una donna incinta che è arrivata con un grave infortunio alla gamba dovuta a una mina esplosa. Non aveva ricevuto nessun tipo di assistenza medica per nove giorni.
Anche chi è riuscito a raggiungere uno dei campi della "Protezione dei Civili" dell’ONU non è stato comunque risparmiato dalla violenza. Bombardamenti regolari e spari vicino alle zone dove i civili hanno trovato rifugio, hanno ferito queste persone in diverse occasioni con proiettili e granate che hanno superato la recinsione.
A marzo, MSF ha curato un bambino di 9 anni che era stato colpito da un proiettile sparato dall’esterno mentre dormiva nel campo della "Protezione dei Civili" di Bentiu. Le tensioni sono in corso anche all’interno dei campi e l'ospedale di MSF a Bentiu cura il triplo del numero di infortuni connessi alla violenza: circa 150 casi solo nel mese di aprile rispetto ai circa 50 casi ogni mese nello scorso anno. La stagione delle piogge in arrivo e le condizioni di sovraffollamento aggravato dal recente afflusso di nuove persone in diversi campi sono ulteriori cause di preoccupazione.
MSF è una delle più grandi organizzazioni che fornisce servizi sanitari e aiuto umanitario in Sud Sudan con più di 3.500 operatori in tutto il paese. Ha progetti anche in Etiopia e Uganda a sostegno dei rifugiati dal Sud Sudan. Allo stato attuale, MSF gestisce progetti in sei dei dieci stati del Sud Sudan, tra cui in Unity, Upper Nile e Jonglei, dove il conflitto ha particolarmente colpito la popolazione. MSF gestisce anche le attività nell'area amministrativa di Abyei. Le équipe stanno rispondendo alle varie esigenze di salute con attività di chirurgia, ostetricia, lotta alla e al kala azar, vaccinazioni contro le malattie prevenibili e malnutrizione.
MSF chiede a tutte le parti di rispettare le strutture sanitarie, per consentire alle organizzazioni che portano aiuto di accedere alle comunità colpite e permettere ai pazienti di ricevere cure mediche, indipendentemente dalla loro origine o etnia.
Finora questo anno, MSF ha fornito:
- 167.207 Visite ambulatoriali, di cui 62.269 per i bambini sotto i 5 anni
- 10.367 pazienti ricoverati, di cui 5.123 bambini sotto i 5 anni
- 5.096 interventi chirurgici eseguiti
- 3.587 parti
- 1.102 pazienti in trattamento per kala azar
- 6.243 bambini trattati per malnutrizione, di cui 1.102 ricoverati in ospedale
L'Ufficio Stampa di Medici Senza Frontiere,
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