Le modifiche della 266/91 in Commissione Affari Sociali.
La tanto attesa riforma della legge quadro sul volontariato 266/91 ha recentemente ripreso il suo percorso legislativo presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. I
l Ministro Ferrero ha infatti convocato a breve un primo incontro con il volontariato per ascoltare le proposte di riforma mentre due disegni di legge sono già stati depositati in Parlamento.
Si tratta del progetto n. 1386, con relatore lo stesso Presidente della Commissione Mimmo Lucà (Ulivo) e il progetto n. 1171, con relatore Isabella Bertolini (Forza Italia).
Si spera quindi che la Commissione predisponga presto un testo unificato delle due proposte, che verrà poi licenziato per la discussione in aula alla Camera dei Deputati.
I Centri di Servizio discuteranno del processo di revisione della legge quadro nell'
assemblea di CSV.Net il 30 giugno a Roma.
Quali saranno i temi da portare in discussione?
"Innanzitutto diciamo che i Centri di Servizio vogliono assolutamente partecipare con il mondo del volontariato a questo momento molto importante di confronto - dice Marco Granelli, presidente di CSV.Net-.
Ci sono parecchi nodi che crediamo siano da far venire al pettine; uno per certo è il ruolo delle rappresentanze del volontariato ed il loro riconoscimento, assente nella vecchia legge, ma anche il tema della definizione e formalizzazione dei rapporti che le organizzazioni hanno con le istituzioni è importante. Proviamo a questo proposito a pensare alle questioni legate alle convenzioni e all'accreditamento.
Un altro tema è quello delle rendicontazioni e degli obblighi contabili, che da più parti si vorrebbero diversi in funzione della dimensione dell'organizzazione.
C'è poi un dibattito molto grande su temi più complessi che bisogna però avere il coraggio di riportare nella discussione su una nuova legge e mi riferisco alla democraticità delle strutture e alla gratuità, principi assolutamente cardine, che devono però sapersi adattare a nuove esigenze di sviluppo e a nuovi modelli organizzativi, specie nelle associazioni nazionali dove le presidenze o comunque i livelli dirigenziali vorrebbero poter individuare forme di rimborso per l'occupazione full time di queste risorse. Questo è un tema delicato, estremamente dibattuto, che però pensiamo sia il caso di riportare in evidenza.
Oltre a questi argomenti vi sono questioni più prettamente tecniche, come la necessaria riforma dell'Osservatorio Nazionale del Volontariato. C'è bisogno di una sua revisione in termini sia di composizione - su questo ci piacerebbe pensare ad una presenza dei CSV - sia per quanto riguarda i suoi compiti, che dovrebbero essere resi più agili ed adattabili ad un volontariato più moderno.
Penso poi al sasso scagliato nello stagno dal Ministro Ferrero a Napoli parlando delle famose 150 ore e credo che il riconoscimento del valore del volontariato nei contratti di lavoro, l'adozione di misure che rendano possibile un uso del tempo a favore della solidarietà sia del tutto auspicabile anche alla luce dei nuovi concetti di responsabilità sociale di impresa.
Per quanto riguarda la vita e il futuro dei Centri di Servizio, credo che il primo passo sia quello di ribadire il senso del famoso articolo 15 e di affermare con chiarezza che il governo dei CSV è affidato al volontariato, che deve decidere autonomamente qual è il suo sviluppo.
Ci piacerebbe anche vedere incluso nella discussione il tema della progettazione sociale ed il suo finanziamento, un argomento peraltro già introdotto in modo non formale ma comunque sostanziale dalla famosa circolare Turco. Porteremo poi al nostro interno anche la discussione sulla programmazione dei CSV, che riteniamo debba essere triennale così come ci piacerebbe che lo fosse la durata in carica dei Comitati di Gestione, per ridurre i problemi che derivano dagli inevitabili tempi morti tra decadenze e nuove nomine.
Dovremo poi sostenere altri due temi molto importanti che penso siano di grandissima importanza per il futuro dei Centri. Prima di tutto riprendere il dibattito sulla valutazione e sulla rendicontazione, non tanto in relazione agli adempimenti contabili o al semplice monitoraggio delle attività, ma proprio nel senso più pieno di bilancio sociale, di accountability.
Non dimentico poi - conclude Granelli - l'aspetto relativo al protocollo con Acri, che ha sanato il problema derivato dall'atto di Visco, ma che vorremmo potesse essere tramutato in legge per non costringerci a preventivare rinnovi che possono tramutarsi in spade di Damocle per i Centri. Peraltro nel protocollo c'è un impegno preciso in questo senso tra le parti e perciò spero che questo si possa concretizzare".
In pochi giorni CSV.Net formulerà un documento di base che servirà ad aprire la discussione e a raccogliere gli elementi utili, che verranno poi portati in Commissione nelle prossime audizioni.