Riforma della Scuola: serve maggiore consultazione. "L’UISP è a disposizione per costruire una Scuola aperta e pubblica. Capace di formare saperi critici". Parla F. De Meo. (www.uisp.it)

Martedì 5 maggio si è svolto lo sciopero nazionale degli insegnanti contro la riforma della scuola avanzata dal governo: lo sciopero ha riscosso una massiccia partecipazione, convincendo il presidente del Consiglio ad un confronto sulle possibili modifiche al ddl scuola, aperto a tutte le forze interessate del mondo della scuola. L’accordo preventivo serve in vista della seconda lettura a Palazzo Madama, che il governo e la maggioranza vorrebbero fosse definitiva per un via libera alla legge entro i primi di giugno.

L’Uisp ribadisce in questa occasione i rilievi fatti due mesi fa sui contenuti della riforma: “Investire su infanzia e adolescenza vuol dire investire sul sistema pubblico scolastico – dice Fabrizio De Meo, responsabile delle politiche educative, giovanili e sociali Uisp - La riforma è nata da una consultazione on line tramite cui mandare indicazione e suggerimenti, da cui sono stati esclusi i corpi intermedi. Infatti, all’interno delle linee guida non si parla di politiche educative, partecipazione e diritti: in particolare, il tema dei diritti sta scomparendo dall’orizzonte, e sembra difficile raffermarlo”.

Scendiamo nel particolare del Disegno di legge: “La prima perplessità è sul tema della privatizzazione – dice Fabrizio De Meo - le agevolazioni che vengono assegnate alle scuole private paritarie costituiscono un elemento di difficoltà rispetto al sistema pubblico dell’istruzione, che è quello che dobbiamo garantire. Un sistema laico e democratico all’interno del quale promuovere un modello di uguaglianza che, come Uisp, vogliamo continuare a sviluppare. Da questo aspetto discende la difficoltà del rapporto tra scuola e impresa: le imprese partecipano alla vita delle scuole, quindi potrebbero influenzare l’orientamento didattico ed educativo, in base alle esigenze economiche di soggetti terzi. Le scuole sono piccole imprese a loro volta, il dirigente scolastico rischierebbe di comportarsi come un manager, non come il dirigente di un’istituzione educativa. L’Uisp rilancia un’idea di scuola aperta al territorio, pubblica e accessibile a tutti: sono necessar i investimenti sulla scuola pubblica, base di uno sviluppo democratico del nostro paese”.

"Un altro aspetto importante, ma trascurato dalla riforma è quello dell’approccio ludico motorio dell’apprendimento: si parla di educazione motoria, ma al di fuori di un percorso, che noi promuoviamo da tempo, che preveda un programma di formazione adeguato per il corpo docente. Sarebbe necessaria una proposta integrata tra le discipline, non solo concentrata sulla natura tecnica, ma che abbia la capacità di mettere insieme diversi aspetti, non ultimo il legame con il territorio. Infatti, la nostra attività nelle scuole concepisce un’istituzione aperta al territorio, con cui produce comunità educante, offrendo parità di risorse per tutti anche attraverso le attività motorie. È una posizione complessa che ha obiettivi di lungo periodo e va sostenuta da una istituzione scolastica che abbia capacità di strutturarsi e una visione strategica”.

Anche Valerio Piccioni, giornalista della Gazzetta dello sport, è intervenuto su questo tema nell’edizione di mercoledì 5 maggio: "La 'buona scuola' di Renzi e della Giannini ha tanti fronti aperti come dimostrano lo sciopero e le proteste di piazza. In ballo c’è anche una possibile (ma ora difficile) svolta epocale: un’ora di educazione fisica e motoria dalla seconda alla quinta elementare. Una specie di terra promessa nel paese con i bambini più obesi e meno in movimento nella classifica Ocse. Ma in agguato c’è un pasticciaccio. In pratica: mancano i prof. Dei quasi 5.300 precari di educazione fisica da assumere, almeno la metà potrebbero diventare insegnanti di sostegno, scegliere le superiori, sostiuire colleghi che vanno in pensione. Soltanto il 50 per cento delle classi sarebbe coperto. Una beffa. Il confine è l’articolo 8 del disegno di legge. Basterebbero 8 parole di un emendamento: “fatta eccezione per i docenti di educazione fisica”. Senza questa modifica si rischierebbe il più grande dei ‘vorrei ma non posso’”.

“L’Uisp è a disposizione per costruire la scuola aperta, che è il contrario della scuola azienda: in piazza sono scesi molti soggetti diversi, insegnanti, studenti, genitori, con cui è possibile costruire un nuovo sapere critico. Noi siamo al loro fianco per questo lavoro di rifondazione della scuola italiana”.

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