Consumi critici. La filiera: terra, agricoltori, grossisti, trasformatori, supermercati e consumatori. (http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=5101)

A dieci giorni da Expo, un dossier del Centro nuovo modello di sviluppo racconta grazie a 22 infografiche il viaggio degli alimenti "dalla chimica al piatto", presentando una per una le più grandi multinazionali che gestiscono il mercato badando solo al profitto.
“I padroni del nostro cibo” è l’ultimo dossier realizzato dal Centro nuovo modello di sviluppo. In occasione dell’inaugurazione dell’Expo, racconta con 22 infografiche il viaggio degli alimenti dalla chimica al piatto, ed elenca -e presenta- le più grandi multinazionali che gestiscono quello che considerano un business badando solo al profitto. “Quelle stesse che si presentano all'Expo 2015 come le salvatrici dell'umanità mentre hanno a cuore solo i loro interessi” scrive Francesco Gesualdi presentando il dossier.

Che inizia raccontando la filiera del cibo:

“Nella logica capitalista, la terra è solo un substrato da usare per la miscelazione di ingredienti industriali con l’obiettivo di ottenere quantità crescenti di prodotti da vendere. Per questo il viaggio nell’agricoltura comincia dalle imprese di sementi, pesticidi e fertilizzanti.

Tolti i piccoli agricoltori, che producono per sé o per il mercato locale, nel mondo rimangono pochi milioni di imprese agricole, che pur essendo di grandi dimensioni, sono in una posizione di forte dipendenza nei confronti delle imprese chimiche che impongono prezzi elevati sui loro prodotti, e dei grossisti che impongono prezzi stracciati su ciò che comprano.

Pochi grossisti fungono da acquirenti esclusivi delle principali derrate agricole. Il che li rende così potenti da decidere loro cosa e come deve essere prodotto, lasciando agli agricoltori tutti i rischi commerciali e finanziari.

I grossisti rivendono alle imprese industriali. In certi casi (es. caffè, cacao, zucchero) le imprese di trasformazione comprano direttamente dai produttori con la stessa arroganza dei grossisti.

Le imprese di trasformazione rivendono ai supermercati che a loro volta vendono ai consumatori”.

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