Il Manifesto Terra Viva è frutto del lavoro e dell’elaborazione, guidata dall’ambientalista Vandana Shiva, di un panel di ricercatori ed esperti provenienti da tutto il mondo, fra i quali Luc Gnacadja, ex segretario della Convenzione Onu di lotta alla desertificazione; Andrea Baranes, economista; Nnimmo Bassey, premio Nobel alternativo. (http://www.improntaunika.it/2015/05/terra-viva-la-nuova-democrazia-e-quella-della-terra-il-benessere-delle-persone-sostituito-dal-benessere-delle-multinazionali/)

Nella visione proposta dal manifesto l’agricoltura ha un ruolo determinante. La nuova agricoltura restituisce fertilità al terreno attraverso metodi biologici. Assicura prezzi giusti agli agricoltori in modo che possano restare sulle loro terre per continuare a produrre cibo per i cittadini e le comunità. Sostituisce il processo lineare di sfruttamento del suolo e delle risorse con un processo circolare di restituzione che garantisce la resilienza, la sostenibilità, la giustizia e la pace. E’ un’agricoltura che può generare una nuova economia e una nuova democrazia: la democrazia della Terra. Nel futuro proposto dal Manifesto la finanza deve essere uno strumento al servizio delle persone e dell’economia reale: attraverso la separazione delle banche commerciali da quelle di investimento, la tassa sulle transazioni finanziarie, il divieto dell’uso speculativo dei derivati sulle materie prime e sul cibo.

Vandana Shiva, leader di Navdanya International: “L’economia, che è parte della società, è stata posta al di sopra della società, al di fuori del controllo democratico. Il benessere delle persone e delle comunità è stato sostituito dal benessere delle multinazionali, mentre la produzione reale è stata rimpiazzata dall’astratta moltiplicazione del capitale. Il risultato è la scomparsa della democrazia e l’aumento degli squilibri economici. C’è bisogno di un nuovo patto che riconosca che noi siamo il suolo: veniamo dal suolo, siamo sostenuti dal suolo. Prendersi cura della terra è il lavoro più importante che gli agricoltori possano fare. Il messaggio che lanciamo dall’importante vetrina di Expo è forte e chiaro: la nuova democrazia è la democrazia della Terra”

Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica e di Etica SGR: “Banca Etica ed Etica sgr lavorano in rete con le principali istituzioni che in tutto il mondo cercano di dare vita a una finanza al servizio dello sviluppo sostenibile nell’interesse di tutte le persone e del nostro pianeta. Negli ultimi decenni purtroppo la finanza speculativa non ha esitato a utilizzare anche beni primari come il cibo per scommettere e aumentare i profitti di pochissimi ai danni di intere popolazioni. Noi chiediamo che le materie prime alimentari siano sottratte ai mercati speculativi, che rendono i prezzi degli alimenti volatili e spesso inaccessibili o ingiustificatamente costosi. Nei nostri investimenti escludiamo tutte le multinazionali che producono OGM, sfruttano il suolo indiscriminatamente, inquinano, speculano sul cibo. Diamo credito, invece, ai tantissimi piccoli imprenditori che scelgono di coltivare la terra con metodi biologici, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, creando un ritorno positivo per la propria comunità”

Sabina Siniscalchi, Vicepresidente Vicario Fondazione Triulza: “Le organizzazioni della società civile operano nei luoghi dove si manifestano con più virulenza i problemi legati alla nutrizione. Nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo dove vive la maggior parte degli affamati, nelle periferie degradate delle megalopoli dove non ci sono le condizioni igienico-sanitarie per un’alimentazione sana, ma anche nei settori sociali poveri e svantaggiati del mondo industrializzato dove la mancanza di opportunità e di risorse è associata a forme “moderne” di malnutrizione come l’obesità. Proprio impegnandosi nelle aree della fame, le nostre organizzazioni hanno messo a punto soluzioni innovative per assicurare l’autosufficienza alimentare e attivare sistemi di produzione agricola sostenibili.”

Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera: “Dobbiamo ripartire dalla cura del nostro pianeta perché non può esistere un’etica della convivenza senza un’etica della terra. La terra non è solo generatrice, è anche maestra di vita. Insegna la costanza, la profondità, la corresponsabilità e – come bene comune – indica la via della condivisione e della giustizia sociale”.

di Alessandro Nunziati

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