L’Associazione Medici per i Diritti Umani (MEDU), in collaborazione con ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e LTPD (Laboratorio di Teoria e Pratica dei Diritti – dell’Università Roma Tre), ha presentato un rapporto sulle condizioni di vita e di lavoro dei braccianti stranieri in agricoltura dal titolo “Terraingiusta”, in cui si fa un quadro sulla privazione dei diritti più elementari che non riguarda solo il Meridione ma che interroga l’intera comunità nazionale.

Tale documento è il frutto di testimonianze e dati raccolti nel corso di undici mesi, in cinque territori dell’Italia centrale e meridionale, in cui si denuncia la drammaticità delle condizioni di sfruttamento dei lavoratori migranti in agricoltura, segnate da lavoro nero o da gravi irregolarità contributive, sottosalario, caporalato, orari eccessivi di lavoro, mancata tutela della sicurezza e della salute, difficoltà nell’accesso alle cure, situazioni abitative e igienico-sanitarie disastrose.

Dalla gravità del quadro generale riscontrato, MEDU chiede dunque alle istituzioni locali e nazionali di adottare provvedimenti urgenti attraverso programmi e interventi a lungo termine che integrino diversi aspetti quali: lavoro, accoglienza, assistenza sanitaria, trasporti, tutela legale, contrasto del caporalato e sostegno alle imprese etiche.

È il rapporto stesso a offrire, nelle conclusioni, alcune proposte operative: una strategia integrata contro il sistema dello sfruttamento; una programmazione di medio e lungo periodo fuori dall’emergenza; leggi e investimenti per il rilancio dell’agricoltura; una cultura della legalità; minime condizioni di accoglienza per gli stagionali; soluzioni abitative oltre le tendopoli; accesso alle cure all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. (www.ebbene.it)

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