Il commento di Pietro Barbieri, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore.
Apprendiamo con estremo dolore che Giovanni Lo Porto è stato ucciso in Pakistan, vittima civile e inconsapevole di una operazione militare contro al-Quaida condotta da un drone USA . Esprimiamo tutto il nostro cordoglio e la vicinanza alla madre, alla famiglia e a tutte le persone che in questi tre lunghi anni di prigionia si sono mobilitate per la sua liberazione e perché si rompesse un silenzio troppo lungo e troppo assordante.
Pare che la morte di Giovanni sia avvenuta a Gennaio e, pur in questo momento di sgomento e dolore, non possiamo non notare che evidentemente gli sforzi del Governo Italiano per la sua liberazione, al di là delle dichiarazioni ufficiali, erano ben lungi dall’aver conseguito il benché minimo risultato.
Giovanni era un cooperante italiano, di grande esperienza e sensibilità, aveva dedicato la sua vita alla cooperazione internazionale e umanitaria, teso a portare aiuto a persone in difficoltà: era stato in diversi paesi del mondo ed il suo silenzioso impegno era stato unanimemente apprezzato ovunque si fosse recato.
Giovanni non era uno sprovveduto ed era ben consapevole dei rischi che si possono correre nel lavoro che aveva scelto e che amava: crediamo però che non poteva certo immaginare di perdere la vita in questo modo.