24 aprile 2015: torna il Fashion Revolution Day per ricordare il secondo anniversario della strage di Rana Plaza. Anche Bernardo Bertolucci, Elio Fiorucci e Saturnino hanno aderito alla campagna internazionale per un’industria della moda più etica e giusta. Il Fashion Revolution Day è coordinato in Italia dalla stilista Marina Spadafora e sostenuto da Altromercato.

Verona. Nel secondo anniversario della strage di Rana Plaza a Dhaka, in Bangladesh, dove nel 2013 hanno perso la vita 1133 operai del tessile, torna il Fashion Revolution Day 2015, la campagna internazionale – coordinata in Italia dalla stilista Marina Spadafora e sostenuta da Altromercato - che il prossimo 24 aprile porrà a tutti una semplice domanda: “Chi ha fatto i miei vestiti?”. (www.fashionrevolutionday.org)

Alla campagna hanno già aderito, tra gli altri, il maestro Bernardo Bertolucci, il creativo Elio Fiorucci, il musicista Saturnino Celani, l’artista/attice Domiziana Giordano, l’attore e regista Giampiero Judica, il tenore Noah Steward, il filmmaker Jordan Stone facendosi ritrarre con gli abiti al contrario.

Scattarsi una foto con l’etichetta dei vestiti bene in vista e condividerla attraverso i social media (Facebook, Twitter, Instagram) con l’hashtag #WhoMadeMyClothes è infatti l’invito rivolto a tutti dal Fashion Revolution Day.

L’anno scorso hanno aderito decine di migliaia di persone in tutto il mondo. Anche il 24 aprile 2015, in 66 Paesi, tutti coloro che sono coinvolti nel mondo della moda - dai coltivatori di cotone ai lavoratori delle fabbriche, dai grandi marchi ai negozi di abbigliamento, dai consumatori agli attivisti - si riuniranno per sostenere un grande, unico messaggio di giustizia e celebrare la moda come forza di cambiamento, mostrando il proprio sostegno a chi vuole creare nella moda filiere trasparenti, etiche e giuste.

Il Fashion Revolution Day sarà così ancora una volta un’importante occasione non solo per ricordare le vittime di Rana Plaza, ma soprattutto per promuovere una maggiore consapevolezza di tutto quello che c’è dietro ai vestiti che indossiamo (chi li ha realizzati, dove e come), dei costi, delle paghe e delle condizioni dei lavoratori, dell’impatto della moda in ogni fase del processo di produzione, e per dimostrare che un nuovo modello economico ed un consumo responsabile è possibile, attraverso la valorizzazione di realtà che creano un futuro più sostenibile e che realizzano capi praticando una filiera etica come avviene nel Commercio Equo e Solidale.

Nata in Gran Bretagna da un’idea di Carry Somers e Orsola De Castro, la campagna Fashion Revolution Day è coordinata in Italia dalla stilista Marina Spadafora, ambasciatrice di una moda etica e sostenibile, con Virginia Pignotti, Laura Tagini e Carlotta Grimani, e sostenuta da Altromercato – la maggiore organizzazione di Commercio Equo e Solidale in Italia (www.altromercato.it) - insieme alle Botteghe del Mondo.

“Fashion Revolution Day vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d'abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente – commenta Marina Spadafora, direttrice creativa di Auteurs du Monde, la linea di moda etica di Altromercato, e coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. – Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”.

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