Da Nairobi la Direttrice di Amref Health Africa racconta il clima che si vive in Kenya in questi giorni. Intanto alcuni medici dicono di volersene andare. Amref rimarrà "Continueremo a garantire salute alle comunità più deboli" afferma Guglielmo Micucci, Direttore della sezione italiana di Amref.
"Non quanto Parigi, dopo la strage alla rivista Charlie Hebdo, ma sentiamo l'appoggio del mondo al Kenya. Oggi moltissime famiglie piangono, dovendo identificare i corpi dei propri figli. Altri sono felici perché invece hanno potuto riabbracciarli vivi, dopo la strage all'Università di Garissa. Gli Shebab vogliono mettere sotto scacco tutta la regione. Non a caso sono arrivate minacce all'Uganda, alla Tanzania. Ognuno di noi deve rimanere vigile, ma abbiamo bisogno che il Governo controlli i luoghi più vulnerabili". Afferma Lennie Bazira - Direttrice Generale Amref Health Africa - da Nairobi.
Il Kenya piange i suoi figli, 148 persone di cui 142 studenti dell'università di Garissa uccisi la mattina di giovedì 2 aprile. L'attacco è stato sferrato dal gruppo somalo Al Shabab, già autore di altre stragi in Kenya. Scegliendo come bersaglio un'università, i terroristi hanno evidenziato quanto temano l'educazione, la formazione, la crescita intellettuale e sociale dei giovani, perché è proprio su questo campo che l'oscurantismo dei fondamentalisti può essere sconfitto.
Già da diversi anni il Paese vive in uno stato d'allerta, tanto che le famiglie hanno oramai preso l'abitudine di essere perquisite quando vanno al supermercato o in chiesa, e 100.000 persone impiegate nel settore del turismo, che conta per un 10% dell'economia del Paese, hanno gradualmente visto il loro lavoro svanire. Ora l'ansia crescerà nuovamente e il numero di turisti continuerà a calare. Circa 70 operatori sanitari kenioti hanno dichiarato ai media che lasceranno la zona.
"Quando viene attaccata una istituzione come quella universitaria è evidente che si cerca di colpire il cuore di un Paese che con difficoltà ma costanza sta cercando di uscire da uno stato di povertà" dichiara Guglielmo Micucci, Direttore della sezione italiana di Amref Health Africa. "I tanti morti di questi giorni colpiscono la cultura, l'economia, la fiducia di un popolo. Ma prima di tutto colpiscono delle persone. Le persone che hanno perso la vita, le loro famiglie, i feriti, i superstiti. E proprio con queste persone che Amref è intervenuta. Questo attacco terroristico è solo l'ultimo di una lunga serie di attacchi che Al Shabab sta portando avanti in Africa Orientale per disorientare le popolazione e distruggere quei processi di sviluppo dentro ai quali anche noi ci inseriamo. Amref continuerà attraverso i colleghi presenti a Garissa, a lavorare per una educazione ed una salute per tutti. Non andremo via. Anzi, moltiplicheremo i nostri sforzi. Continueremo a garantire salute alle comunità più deboli, alle donne e ai bambini, acqua pulita e igiene, formazione per uno sviluppo ancora più forte del sistema sanitario".