Lo sguardo di Amref sull'Africa - continente con gli indicatori di salute più bassi al mondo - e sull'Italia - dove cresce la fuga degli operatori sanitari verso altri Paesi d’Europa. Nella Giornata Mondiale della Salute Amref ricorda l'importanza di rafforzare i sistemi sanitari, passando attraverso la figura chiave degli operatori. Appello che l’organizzazione porterà il 5 maggio al Parlamento Europeo in coalizione con il network europeo Health Workers for All.

Celebrata ieri, 7 aprile, la Giornata Mondiale della Salute. Importanti passi in avanti sono stati compiuti negli ultimi anni per tutelare il diritto alla salute, ma molto c'è ancora da fare. Ciò che oggi si presenta agli occhi di tutti è un pianeta fortemente disuguale in termini di salute, dove l'Africa continua ad essere il continente con gli indicatori più drammatici. Amref Health Africa, che da quasi 60 si occupa di garantire salute, attraverso il rafforzamento dei sistemi sanitari e l'aiuto alle comunità più remote dell'Africa, lancia il suo appello per il rafforzamento del personale sanitario, con uno sguardo attento anche all'Italia.

Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 2000 e il 2012, la sopravvivenza dei bambini è migliorata in modo significativo. Il tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni è passato da 75 a 48 ogni 1000 nati vivi. É solo uno dei tanti indicatori positivi segnalati a livello mondiale. É altrettanto vero e drammatico però che nel 2012 erano ancora circa 6,6 milioni i bambini a morire prima dei 5 anni, come riporta lo stesso documento. Al di là delle cifre assolute, in fenomeni di disuguaglianza emergono prepotentemente se si guarda al personale e alle infrastrutture sanitarie. Nel mondo la media degli infermieri e delle ostetriche è di oltre 28 su 10mila persone, in Africa risultano 12, in Europa 80. I dati OMS, che rappresentano il periodo 2006-2013, mostrano, per il continente africano, numeri sotto la media anche per gli ospedali e i letti a disposizione.

Disinvestimenti e fuga dei cervelli in Italia, come in Africa. In Italia, in questi ultimi anni - causa la crisi economica e le scelte di austerità che ne sono seguite - si è fortemente disinvestito sul personale sanitario, che tuttavia rappresenta l’elemento centrale di qualsiasi sistema di salute. Di 1 miliardo di euro la riduzione del costo solo dal 2010 al 2012 - secondo l'indagine conoscitiva della Commissione Igiene e sanità del Senato. Anche in Italia, come da tempo in molti Paesi africani, il disinvestimento sul personale sanitario porta a fenomeni di fuga dei cervelli, che altro non sono che l'altra faccia del precariato: l'anno scorso 2363 medici hanno manifestato l'intenzione di lasciare l'Italia per lavorare all'estero, numero più che raddoppiato rispetto al 2013, addirittura sestuplicato rispetto all'inizio della crisi economica, nel 2009, quando erano meno di 400. Molti di questi medici - insieme agli infermieri - vanno a lavorare in Germania e nel Regno Unito. Il brain drain di personale sanitario rischia di aumentare le diseguaglianze in salute, perché drena operatori dai sistemi sanitari più fragili e sottofinanziati verso quelli che offrono migliori opportunità.

Amref Health Africa ritiene che sia necessaria una politica coordinata a livello Europeo su questi temi: il 5 maggio prossimo - in coalizione con il network europeo Health Workers for All - porterà all'attenzione del Parlamento Europeo cinque priorità d’azione per una gestione più sostenibile del personale sanitario a livello europeo e internazionale, contenute nell'appello “Personale sanitario per tutti, in ogni paese”. L’appello ha già ottenuto il sostegno di oltre 80 organizzazioni in Italia e in Europa.

Per Amref gli operatori sanitari sono la spina dorsale dei sistemi sanitari efficaci - e sono quelli che forniscono direttamente servizi dove sono più necessarie, soprattutto nelle zone remote e rurali. Sono il primo e spesso l'unico collegamento con i servizi sanitari per milioni di persone. Forniscono vaccinazioni e trattamenti a infezioni comuni. Sono in prima linea per combattere malattie mortali come Ebola e l'HIV / AIDS. Molte famiglie fanno affidamento su di loro come fonti attendibili di informazione per la prevenzione, il trattamento e la gestione di una serie di cause di morte principali, tra cui la diarrea, la polmonite, la malaria e la tubercolosi. Senza gli operatori sanitari non ci sarebbe l'assistenza sanitaria per milioni di famiglie nel mondo in via di sviluppo. (www.amref.it)

Di seguito vengono proposte alcune storie di operatori sanitari, interattive e molto interessanti:

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