In base al trend degli ultimi anni che registra l'iscrizione a scuola di circa 4,2 milioni di bambini in più ogni anno, il secondo Obiettivo del Millennio non verrà raggiunto entro il 2015. Se la media annuale non subirà un forte incremento, per quell'anno saranno ancora 30 milioni i bambini che non avranno un'educazione di base. E' quanto emerge da un nuovo dossier di Save the Children, secondo cui il progresso complessivo anche degli altri obiettivi, fissati dalle Nazioni Unite nel 2000, è troppo lento e rischia di fallire. Nel rapporto, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini sottolinea come una posizione di particolare rilevanza assume il secondo degli obiettivi, che mira ad ottenere l'Educazione Primaria Universale: investire nell'istruzione, soprattutto nei paesi più deboli, equivale a dare un forte impulso al raggiungimento di tutti gli Mdg (Millemnium Development Goals - Obiettivi di Sviluppo del Millennio). Sono 77 milioni i bambini che non hanno ancora accesso all'istruzione. Più della metà di essi, oltre 39 milioni, vivono in paesi in conflitto o post- conflitto. Malgrado in questi paesi si concentri oltre la metà dei bambini in età scolare di tutto il mondo, essi ricevono la somma più bassa di aiuti destinati all'istruzione, pari al 23%. Si pensi che in media per l'educazione di un bambino che vive nell'Europa occidentale, si spendono 5.320 dollari all'anno: la cifra scende drasticamente a 96 dollari - calcolati in base alla reale capacità d'acquisto - nei paesi in conflitto. E lo scorso anno, per la prima volta in dieci anni, si è registrato un calo degli aiuti. Nel 2004, i paesi donatori si erano impegnati per una cifra complessiva di 4,5 miliardi di dollari da destinare all'educazione in tutti i paesi in via di sviluppo, erogandone poi effettivamente solo 2,05. L'anno successivo gli impegni di aiuti ammontavano a 2,9 miliardi, ma ne sono stati elargiti solo 1,4. Su 22 paesi donatori, 20 non sono stati in grado di contribuire con la rispettiva "quota equa" di fondi, cioè ciò che ogni paese donatore dovrebbe destinare all'educazione in base al proprio reddito nazionale lordo, per raggiungere la quota dei 9 miliardi di dollari annui necessari per ottenere l'istruzione universale entro il 2015. Austria, Francia, Germania, Giappone, Italia, Spagna, Svizzera e USA sono i donatori più lontani dall'impegnare la "quota equa" di aiuti per sostenere l'istruzione in paesi colpiti da conflitto. In particolare, fra il 2003 e il 2005, l'Italia si è posizionata all'ultimo posto della lista, con appena il 3% della sua "quota equa", con uno stanziamento di 15 milioni di dollari. Il G8 di due settimane fa si è impegnato a indirizzare maggiori fondi ai CAFS (Conflict Affected Fragile States). Oggi, in concomitanza con la Giornata Mondiale del Rifugiato, Save the Children si appella ai leader mondiali affinché non dimentichino tutti quei bambini le cui vite sono state devastate dalla guerra e compiano tutte le azioni necessarie perché possano riscrivere il loro futuro. Per contribuire al raggiungimento di quest'obiettivo, Save the Children sta continuando ad impegnarsi nella più grande campagna globale della sua storia, Riscriviamo il Futuro, lanciata nel settembre 2006 e che mira a consentire l'accesso all'istruzione a 8 milioni di bambini che vivono in paesi in conflitto o post conflitto entro il 2010. A metà della strada verso il 2015, secondo il nuovo dossier di Save the Children, i progressi compiuti verso il conseguimento di altri Mdg, sono ancora troppo pochi e concentrati soprattutto in alcune zone dell'Asia. Al contrario l'Africa sub-sahariana ha registrato dei miglioramenti scarsi o inesistenti, con alcuni paesi che stanno addirittura regredendo. Sono pertanto molti i bambini e le bambini che restano fuori dal processo di sviluppo. Save the Children sottolinea il contributo dell'educazione rispetto al conseguimento degli altri Obiettivi di sviluppo del Millennio: - Primo obiettivo: sradicare fame e povertà estrema - dal 2002 al 2005 il decremento che si è registrato nella percentuale di bambini denutriti, l'indicatore chiave della persistenza della fame e della povertà estrema, è stato solo del 2%. Benché ci sia stata una flessione in termini percentuali, il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno è aumentato di 140 milioni dal 1990, a causa dell'incremento demografico. Investire nell'educazione significa incrementare i salari della popolazione: ogni anno di scuola in più corrisponde ad un aumento del 10% dei salari. - Terzo Obiettivo: promuovere la parità di genere - In Sudan l'82% delle bambine in età scolare non ha accesso alla scuola primaria. In Afghanistan, solo nelle aree urbane è possibile trovare insegnanti di sesso femminile, pari a circa il 27% del totale, mentre al contrario la loro presenza spingerebbe i genitori a mandare a scuola le bambine: infatti nelle aree rurali ben il 92% si esse non ha accesso all'istruzione di base. Uno dei passi fondamentali per eliminare le disparità di genere è implementare la scolarizzazione delle bambine. - Quarto Obiettivo: ridurre il tasso di mortalità infantile - L'Africa sub-sahariana, con solo il 20% di bambini del mondo, rappresenta la zona in cui si verificano la metà di tutte le morti infantili. 9 dei 10 paesi in cui muoiono più bambini al di sotto dei 5 anni vivono una situazione di conflitto o post-conflitto. Assicurare la frequenza della scuola per sei anni ad una bambina ha un importante effetto sulla riduzione del tasso di mortalità infantile. - Quinto Obiettivo: migliorare la salute materna - 9 dei 10 Paesi che occupano gli ultimi posti della classifica del benessere materno sono paesi dell'Africa Sub-Sahariana, dove, in media, ben 1 donna su 13 muore per cause legate alla gravidanza. Una bambina istruita diventerà una madre più consapevole, utilizzerà la moderna contraccezione, con conseguente diminuzione della mortalità materna che, nei paesi in via di sviluppo, è la principale causa di decesso per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. - Sesto Obiettivo: combattere l'Hiv/Aids, la malaria e le altre malattie - La malaria è globalmente tra le tre principali cause di morti infantili nei paesi in via di Sviluppo. L'incidenza dell'Aids sulle morti infantili è del 3%, percentuale che sale al 57% nell'africa sub-sahariana. L'educazione può contribuire a prevenire circa 700.000 contagi da Hiv all'anno. - Settimo Obiettivo: assicurare la sostenibilità ambientale - I mutamenti climatici potrebbero provocare la morte di 175 milioni di bambini all'anno nel prossimo decennio, con un aumento del 40% rispetto a quello precedente. Se non si investe nella formazione delle nuove generazioni, tutti i principali problemi dell'umanità, inclusi quelli ambientali, rimarranno tali. - Ottavo Obiettivo: creare una partnership globale per lo sviluppo - Nel 2005 i paesi donatori hanno erogato 106 miliardi di dollari di aiuti a tutti i paesi in via di sviluppo. Il 20% di questa somma è andato all'Iraq, mentre i fondi destinati all'Africa hanno subito una flessione del 2%. Nel calcolo degli aiuti vengono inglobati la cancellazione del debito e gli aiuti legati. Il fattore chiave per sradicare la povertà è mettere i paesi poveri nelle condizioni di camminare con le proprie gambe sulla strada dello sviluppo: l'educazione è l'unico mezzo per ottenere tale risultato. Il Dossier Obiettivi del Millennio: ancora molta strada da fare e poco tempo per raggiungerli è scaricabile all'indirizzo www.savethechildren.it/pubblicazioni Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Save the Children Italia tel. 06 48070071-23 press@savethechildren.it

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni