Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha ricevuto a Palazzo Madama i promotori del “Manifesto delle Seconde Generazioni”. (http://www.labsus.org/2015/03/il-manifesto-delle-seconde-generazioni/)

Maria Cristina Marchetti

Nato da un’iniziativa promossa dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Manifesto è il risultato di circa un anno e mezzo di lavoro svolto da parte di una rete di 30 associazioni delle “seconde generazioni”. L’idea è stata quella di sviluppare alcune proposte prioritarie sul tema del lavoro, la scuola, la cultura e lo sport, quali campi all’interno dei quali sperimentare processi di integrazione.

Il lavoro di stesura del Manifesto è stato condotto attraverso la creazione di una community dedicata alle seconde generazioni e in particolare ai rappresentanti delle associazioni partecipanti all’iniziativa, uno spazio di dialogo aperto a tutte le associazioni interessate ad aderire a questa rete nazionale e al Manifesto anche nel futuro. Gli aderenti al progetto si sono ritrovati nella formula “seconde generazioni”, pur nella consapevolezza dell’ampio dibattito che l’accompagna e della vastità delle situazioni ad essa riconducibili.


Il Manifesto in dieci punti

Ecco in sintesi i dieci punti del Manifesto:

Scuola
  • 1. Promuovere una formazione specifica dei docenti rivolta alla gestione di classi multiculturali
  • 2. Potenziare le azioni di sostegno scolastico, psicologico e di mediazione linguistico-culturali
  • 3. Rafforzare il coinvolgimento delle famiglie nella scuola
  • 4. Costruire un sistema integrato di orientamento e di transizione scuola-lavoro
Lavoro
  • 5. Riconoscere e valorizzare le competenze non formali e informali
  • 6. Incentivare l’internazionalizzazione del mercato del lavoro
Cultura e Sport
  • 7. Valorizzare e favorire la conservazione della cultura del Paese d’origine e rafforzare il legame con la cultura italiana
  • 8. Lo sport: verso una cittadinanza sportiva
Partecipazione e cittadinanza attiva
  • 9. Potenziare i servizi d’informazione sui diritti e le opportunità di partecipazione
  • 10. Favorire l’associazionismo, la cittadinanza attiva e le pari opportunità

La legge sulla cittadinanza: a quando la riforma?

Il Manifesto non affronta il tema della cittadinanza, in virtù di una scelta condivisa fra tutte le associazioni partecipanti. Tutte le realtà associative che hanno preso parte all’elaborazione del Manifesto condividono però il contenuto della campagna “L’Italia sono anch’io” il cui scopo, tra gli altri, è quello di promuovere una riforma del diritto di cittadinanza. La campagna si è fatta promotrice di due proposte di legge di iniziativa popolare per cambiare la normativa sulla cittadinanza e introdurre il diritto di voto per le persone di origine straniera. In Italia attualmente l’acquisizione dei diritti di cittadinanza è regolata dalla legge n. 91 del 1992, che è direttamente ispirata al principio dello ius sanguinis, altamente penalizzante nei confronti delle seconde generazioni.

Fino ad oggi un clima politico orientato ad una gestione emergenziale dei temi riconducibili ai processi migratori ha impedito di affrontare con serenità la riforma della legge sulla cittadinanza. Confidiamo sul Governo attuale per il superamento di un ritardo legislativo che evidenzia una distanza rispetto al paese reale.

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