Calcio e violenze: a Roma due giorni di guerriglia in occasione di una partita di Europa League. "Sono mancate organizzazione e prevenzione". Parla C. Balestri.

Giovedì 19 febbraio si è svolta a Roma la partita di Europa League tra Roma e Feyenoord, il cui risultato sportivo è passato in secondo piano davanti alle devastazioni dei tifosi olandesi. Gli atti teppistici sono iniziati nella serata di mercoledì 18 a Campo de' Fiori e proseguiti per tutta la giornata di giovedì focalizzate in piazza di Spagna.

Come commentare un evento del genere? Abbiamo chiesto di farlo a Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp: “Io riscontro una generale sottovalutazione dei problemi, tipica dell’atteggiamento italiano, che diventano quindi emergenze all’ultimo momento.

Oltre a questo c’è stata scarsa sinergia tra i vari attori che dovevano organizzare ed accogliere questo turismo di carattere sportivo, con fermezza e isolando i tifosi violenti. Si sapeva da tempo che sarebbero arrivati seimila tifosi del Feyernoord, il cui tifo ha una componente hooligan di vecchia data, conosciuta a livello internazionale. Immagino anche che queste presenze di ultras violenti siano state segnalati alle questure italiane. Non sarebbe stata nemmeno la prima volta, i festeggiamenti sportivi che finiscono rovinosamente nella città di Roma, sono questioni che si ripetono da diversi anni, sia per eventi nazionali che internazionali”.

“Cosa si potrebbe fare? Prima di tutto creare un tavolo di regia a cui partecipino tutte le realtà che contribuiscono all’organizzazione dell’evento, dal Comune, alle società calcistiche, al ministero dell’Interno. Si dovrebbe mettere in campo un tipo di accoglienza che permetta ai tifosi di vedere la città senza fare concessioni alla violenza.

La Uefa organizza spazi appositi, con eventi, musica ma anche servizi, in cui contenere i tifosi esterni, in particolare le frange più pericolose. Secondo noi puntare su una buona organizzazione preventiva, potrebbe essere il modo migliore di gestire questi eventi, mentre l’unica cosa fatta è stato aumentare il numero dei poliziotti in servizio che hanno solo osservato le devastazioni, forse non preparati a reagire in modo opportuno davanti a fenomeni del genere”.

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