Di fronte all’ennesima tragedia in mare, che si stima sia costata la vita a più di 300 migranti nel disperato tentativo di raggiungere l’Europa, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede all’Unione Europea di rivedere le proprie politiche sulla migrazione e sul controllo delle frontiere, per evitare di mettere a rischio altre migliaia di vite umane.

“Con l’instabilità crescente in Libia, Siria e Iraq, sempre più persone fuggiranno dalla guerra e gli arrivi dei migranti non potranno che aumentare” ha dichiarato Manu Moncada, coordinatore delle operazioni MSF in Italia. “A causa delle politiche restrittive sul controllo delle frontiere da parte degli stati membri dell’Unione europea, la pericolosa via del mare è per i migranti l’unica alternativa possibile. L’Italia e gli altri stati membri devono agire ora e assumersi le loro responsabilità per affrontare la situazione ed evitare queste morti inutili”.

Già dopo la chiusura dell’operazione Mare nostrum, MSF aveva espresso la preoccupazione di un peggioramento della situazione, con l’arrivo della stagione degli sbarchi nei prossimi mesi.

MSF ribadisce l’assoluta necessità di attività di soccorso in mare, dal momento che non esistono alternative legali per raggiungere l’Europa. Queste persone fuggono dai loro paesi per salvare la propria vita e non dovrebbero rischiarla di nuovo durante il viaggio verso la salvezza.

“Il recente naufragio ha ribadito la necessità di operazioni di soccorso in mare nel Mediterraneo” ha detto Stefano Di Carlo, capo missione di MSF per l’Italia. “Non essendoci alternative legali e sicure per raggiungere l’Europa, il soccorso in mare è assolutamente necessario per salvare vite umane. L’Italia e l’Unione europea devono affrontare questa situazione.”
  • MSF ha lavorato a Lampedusa per assistere migranti e rifugiati dal 2002 al 2013. Oggi MSF supporta le autorità sanitarie italiane nel fornire cure mediche a rifugiati, migranti e richiedenti asilo nel centro di Pozzallo e nella provincia di Ragusa.

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