L’UNICEF ha presentato il suo Rapporto sull’intervento umanitario 2015 (“Humanitarian Action for Children 2015”), appello per raccogliere 3,1 miliardi di dollari e raggiungere con i suoi aiuti 62 milioni di bambini nelle crisi umanitarie di tutto il mondo. (http://www.unicef.it/doc/6053/rapporto-emergenze-2015-serve-aiuto-per-62-milioni-di-bambini.htm)

Si tratta del più grande appello nella storia dell'organizzazione, con un fabbisogno superiore di 1 miliardo di dollari rispetto all'appello dello scorso anno. Ben 230 milioni di bambini - oltre 1 su 10 - nel mondo vive in aree colpite da conflitti armati.

La risposta che l'UNICEF si propone di dare alle emergenze globali per l'anno appena iniziato comprende:
  • curare 2,7 milioni di bambini dalla malnutrizione acuta grave
  • vaccinare 13,6 milioni di bambini contro il morbillo
  • fornire a 34,3 milioni di persone accesso ad acqua potabile
  • garantire a 2,3 milioni di bambini e ragazzi sostegno psicologico e sociale
  • aiutare quasi 5 milioni di bambini coinvolti in calamità naturali o guerre ad accedere all'istruzione (formale e non)
  • fornire a 257.000 persone l’accesso a informazioni, test e farmaci contro l'HIV-AIDS
  • raggiungere 395.000 persone in condizioni di speciale vulnerabilità con forme di assistenza in denaro.

Dove si concentrano le crisi umanitarie

L’appello dello Humanitarian Action for Children 2015 dell’UNICEF ha l’obiettivo di raggiungere un totale di 98 milioni di persone, due terzi delle quali bambini, in 71 paesi.
La quota più ampia dell’appello (903 milioni di dollari) è destinata alle gravissime crisi in Siria, Iraq e negli altri paesi del Medio Oriente. Oltre 5,6 milioni di bambini all’interno della Siria hanno bisogno di sostegno, ai quali si aggiungono 1,7 milioni di bambini profughi all'estero. L’UNICEF richiede questi fondi per garantire a questi bambini vaccini, acqua potabile, igiene, cure mediche, istruzione e protezione.

L’UNICEF ha anche richiesto 500 milioni di dollari per accelerare il suo lavoro nei paesi più colpiti dall’epidemia di Ebola. I fondi saranno impiegati per isolare rapidamente e curare ogni caso, prevenire eventuali nuovi focolai epidemici e continuare a promuovere comportamenti corretti per prevenire la diffusione della malattia. L’obiettivo per il 2015 è di azzerare i contagi e dare assistenza alla ripresa delle strutture sanitarie e sociali di base nei paesi colpiti.

Per fare fronte ai bisogni umanitari dei bambini in Nigeria, dove gli attacchi di gruppi terroristici si sono intensificati nel 2014, causando la fuga di un milione di civili dalla regione settentrionale, l’UNICEF richiede una somma di 26,5 milioni di dollari.

Dopo un anno di conflitto in Ucraina, l’UNICEF ha richiesto 32,45 milioni di dollari i bisogni umanitari dell'infanzia nel paese: 1,5 milioni di bambini sono coinvolti in maniera diretta o indiretta dalle ostilità, 5,2 milioni di persone vivono in zone teatro di combattimenti, oltre 600.000 sono gli sfollati.


L'UNICEF nelle emergenze: i settori di intervento previsti per il 2015
«Che si tratti di disastri naturali, conflitti armati o epidemie a rapida diffusione, i bambini del mondo stanno affrontando una nuova generazione di crisi umanitarie», commenta Afshan Khan, direttore dei programmi di emergenza dell’UNICEF. «In prima pagina o nascoste tra le righe, le emergenze provocate da tensioni sociali e politiche, cambiamenti climatici o malattie colpiscono i bambini come mai prima d’ora.»

«Sono appena tornato da Siria e Libano, paesi in cui la vita di milioni di bambini è stata sconvolta» prosegue Afshan Kahn. «Negli ultimi quattro anni, i bambini siriani hanno sperimentato ogni giorno violenza e morte, e sono stati loro negati i fondamenti stessi della vita civile. Questo nostro appello contribuirà ad assicurare un futuro non solo ai bambini della Siria, ma a tutti i bambini nel mondo che sono colpiti da crisi umanitarie.»

L’appello è a favore anche di crisi enormemente sotto finanziate e dimenticate dove i bambini hanno un disperato bisogno di aiuto – compreso l’Afghanistan (nel 2014 finanziato per il 35%), la Palestina (nel 2014 finanziato per il 23%) e il Niger (nel 2014 finanziato per il 35%).


Aiuti immediati, benefici di lungo periodo

«Questo è un appello per i bambini più vulnerabili, ovunque essi siano. Il luogo in cui un bambino nasce non dovrebbe determinare il suo destino» aggiunge il direttore UNICEF per le emergenze. «Dobbiamo garantire servizi vitali e cure ai bambini che hanno estremo bisogno di aiuto adesso, bisogna dare loro le basi per creare un futuro di pace. Questo appello non è stato lanciato solo per un’immediata azione umanitaria, ma anche perché gli investimenti di oggi avranno benefici di lungo periodo.»

«Nel 2014 l’UNICEF ha raggiunto milioni di bambini con assistenza umanitaria, attraverso vaccinazioni contro il morbillo per 16 milioni di bambini, cure per la malnutrizione acuta per 1,8 milioni, sostegno psicologico per almeno 2 milioni e accesso all’acqua potabile per 13 milioni di persone» ricorda il presidente dell'UNICEF Italia Giacomo Guerrera.

«2 milioni di bambini hanno anche ricevuto un’istruzione di qualità – parte cruciale della risposta all’emergenza dell’UNICEF perché aiuta a restituire ai bambini un senso di normalità e di speranza per il futuro. Un numero sempre più grande di bambini sta affrontando conflitti complessi e distruttivi, disastri naturali e altre emergenze, compresa l’epidemia di Ebola e per questo sono necessarie sempre più risorse. Non possiamo dimenticare questi bambini.»

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